Sede e valore del titolo nelle interrogazioni rivolte al sindaco Valentini
SIENA. Il mantenimento della sede di Banca MPS a Siena e il rapporto tra l’istituto e il territorio. Richiamando le dichiarazioni sulla stampa del presidente di Fondazione MPS, Marcello Clarich, che ha posto la riflessione “se sia sempre un obiettivo realistico quello della sede a Siena o se, magari, andava attenuato” e citato il pensiero dell’amministratore delegato della Banca, Fabrizio Viola, sulla “disaffezione biunivoca” con il territorio, Andrea Corsi (L’Alternativa) ha presentato un’interrogazione sottoscritta anche dal collega di gruppo Massimo Bianchini e da Marco Falorni (Impegno per Siena). Il consigliere ha chiesto al sindaco “se è d’accordo con quanto dichiarato dal presidente Clarich; se sia soddisfatto del suo operato e cosa ritiene a proposito delle relazioni tra Banca MPS e la città”.
Il sindaco Bruno Valentini ha affermato che “come già dichiarato altre volte, dobbiamo prendere atto che oggi Banca MPS è una grande società privata. Una sorta di public company nella quale il management ha un ruolo rilevante e dove il patto di sindacato tra i soci ha subito una continua evoluzione, modificandosi profondamente. Oggi la Fondazione ha una percentuale di partecipazione inferiore all’1,5%, mentre quella dello Stato passerà presto a valori vicini al 7%”.
“La difesa del mantenimento a Siena della sede dell’istituto – ha aggiunto il sindaco – deve passare dal ruolo e dall’azione di Fondazione MPS e vedere unite tutte le forze politiche cittadine e regionali, insieme alle corrispondenti istituzioni, vista la rilevanza economica di quella che è una delle principali aziende toscane anche in termini occupazionali. Non dobbiamo mostrarci accondiscendenti con scelte che andrebbero in altre direzioni e, nonostante che i mezzi a nostra disposizione non siano più incisivi come lo erano una volta, manterremo un atteggiamento di assoluta fermezza”. Rispetto al rapporto tra la banca e il territorio, “senza valutare il ragionamento di Fabrizio Viola, riportato in forma indiretta ” Valentini ha detto di non giudicare positivamente “il livore e i comportamenti di chi volta le spalle all’istituto senza ricordare ciò che è stato per la città. Lo spostamento dei depositi e la riduzione dei rapporti economici, contrattuali e in termini di servizi rappresenta una deriva che mi addolora. I senesi dovrebbero dare, invece, un segnale di fiducia alla loro banca a conferma di un rapporto plurisecolare”.
Corsi si è dichiarato “non soddisfatto della risposta del sindaco, il quale ha evitato di parlare delle dichiarazioni di Clarich e di Viola, né dell’atteggiamento di tanti consiglieri della maggioranza non presenti in aula che, evidentemente, non provano particolare interesse per questo tema. Più che di livore dei senesi, parlerei di preoccupazione per le sorti dell’istituto e arrabbiatura nei confronti di coloro che l’hanno portato in una situazione di tali difficoltà, sia dal punto di vista delle scelte gestionali sia da quello delle responsabilità politiche”.
IL TITOLO AZIONARIO DI BANCA MPS E L’ADEGUAMENTO DELLO STATUTO DELLA FONDAZIONE NEL DIBATTITO CONSILIARE
L’andamento del titolo azionario di Banca MPS ha costituito l’elemento centrale dell’interrogazione presentata nel Consiglio odierno da Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) e sottoscritta anche da Andrea Corsi (L’Alternativa), Pietro Staderini (Sena Civitas), Laura Sabatini e Alessandro Trapassi (Gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi), Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, SsM, RC), Michele Pinassi (Siena 5 Stelle) e Marco Falorni (Impegno per Siena).
Giordano ha sottolineato come “le perdite subite dal titolo dall’inizio dell’anno e la significativa diminuzione del suo valore abbiano vanificato gli ultimi aumenti di capitale, ai quali pare che abbia partecipato anche la Fondazione MPS. Un soggetto che, invece, sarebbe chiamato da statuto a promuovere e supportare lo sviluppo socio-economico del territorio con un ruolo costitutivo, propositivo e aggregante”. Richiamando anche “l’intervento fatto dal presidente della Fondazione MPS, nel corso dell’assemblea della Banca tenutasi nello scorso mese di settembre, secondo cui le difficoltà dell’istituto si sarebbero riflesse anche su Palazzo Sansedoni”, Giordano ha chiesto al sindaco “quali ricadute sul patrimonio della Fondazione abbia avuto l’andamento negativo della quotazione del titolo della Banca; qual è l’attuale consistenza di tale patrimonio e quale era al momento dell’ultimo avvicendamento della presidenza”. Il consigliere ha concluso domandando anche “se non si ritenga opportuno proporre modifiche urgenti allo statuto della Fondazione, la quale non può più avere quella perniciosa autonomia che l’ha portata al disastro, o addirittura la sua stessa liquidazione come previsto da alcuni articoli dello stesso statuto”.
Come ha risposto il sindaco Bruno Valentini, i dati ufficiali saranno disponibili, come per le altre fondazioni bancarie, in seguito all’approvazione del bilancio annuale 2015 che dovrebbe essere approvato dalla Deputazione Generale (DG) entro il mese di aprile. Al momento sono quindi disponibili i dati del 2014, dai quali si evince un patrimonio netto di circa 532 milioni e un aggiornamento gestionale a ottobre 2015 che evidenzia un valore di circa 523 milioni, soprattutto a seguito della vendita di azioni Banca Mps, per la diluizione parziale effettuata prima dell’aumento di capitale del giugno 2015: dal 2,5% a circa l’1,55%.”
Il sindaco ha aggiunto che “la Fondazione ha comunicato, in varie occasioni, come a seguito del suddetto aumento di capitale, sottoscritto per l’1,5% circa, il controvalore di bilancio della banca sia prossimo ai 100 milioni, mentre il valore di carico è di circa 2,28. Per quanto Banca MPS rappresenti per la Fondazione un’immobilizzazione finanziaria, ovvero un investimento di lungo periodo, il pesante andamento azionario del titolo avrà un ulteriore impatto sul controvalore di bilancio della partecipazione”.
“La DG ha analizzato i rilievi formulati dal Ministero dell’Economia (MEF) alla delibera della stessa DG nella seduta dello scorso 16 dicembre – ha continuato il primo cittadino – di adeguamento dello Statuto della Fondazione al protocollo Acri/Mef siglato il 22 aprile 2015.
I rilievi hanno riguardato, in particolare, l’articolo 3 – comma 3 dello Statuto, secondo il quale la Fondazione si adopera affinché siano mantenute nella città di Siena la sede e la Direzione generale della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. e che almeno la maggioranza dei membri del Consiglio di Amministrazione e il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca Mps S.p.A. siano scelti tra persone domiciliate nel Comune o nella Provincia di Siena”.
In conclusione Valentini ha rammentato come il MEF avesse già formulato un analogo rilievo allo Statuto approvato nel 2013, “sottolineando che l’articolo 3 – comma 3 non è in linea con il protocollo Acri/MEF che sollecita la separazione funzionale fra fondazioni e società bancarie conferitarie. Cosa che vale per tutte le banche. Dopo un’approfondita analisi e discussione, la Fondazione ha stabilito di posticipare qualsiasi decisione in merito alle suddette osservazioni pervenute dal MEF e avviare una fase di consultazione. A questo scopo, saranno organizzati due incontri sui rapporti tra Fondazione, Banca MPS e territorio. Per quanto riguarda gli altri rilievi, la DG ha deliberato all’unanimità di recepirli integralmente: in particolare, ha soppresso l’articolo 8 – comma 2, lettera C che attribuisce alla DG la competenza di deliberare lo scioglimento della Fondazione e la conseguente devoluzione del patrimonio. Ciò in quanto la messa in liquidazione della Fondazione costituisce una potestà riservata al MEF in base all’articolo 11 – comma 7 del D.Lgs. n°153/1999”.
“Dal bilancio 2015 – ha concluso il sindaco – non mi aspetto notizie molto positive. Farò un intervento pubblico per esprimere la mia opinione sul futuro della Fondazione, per valutare se le risorse devono servire solo per il suo autofinanziamento o per il territorio. Per me la risposta è la seconda scelta”.
“Non mi posso considerare soddisfatto – ha risposto Giuseppe Giordano – e questo per più ragioni, soprattutto per le considerazioni politiche. Se, infatti, la perniciosa autonomia non è condivisa dal sindaco, questi d’ora in poi deve rinunciare a fare le nomine, tanto più che i nominati non rispondono da tempo alle sue “chiamate”. C’è da chiedersi, poi, quale sia il concetto di autonomia dalla politica a cui pensa il sindaco. Chissà se è lo stesso in base al quale mandò a Renzi un sms per sapere se poteva fare le nomine in Fondazione. Inoltre, la domanda posta dal sindaco è legittima, ma prima della riunione della DG per l’approvazione del bilancio sarebbe opportuno che questo consesso adottasse un atto di indirizzo, visto che le norme statutarie del Comune lo prevedono e che il sindaco le disattende da tre anni”.