Nella riunione convocata per oggi in prefettura numerose le richieste presentate
SIENA. Si è svolta oggi in prefettura la riunione della conferenza permanente sulla situazione della Siena-Firenze, al centro di mugugni, polemiche e ora funestata anche da un incidente mortale. Erano presenti Regione Toscana, Provincia e Comuni di Siena e della Valdelsa, Polizia Stradale, Forze di polizia oltre a Autolinee Toscana, associazioni di categoria e Università.
Imputato principale il cantiere tra gli svincoli di Badesse e Monteriggioni, lungo 6 chilometri, teatro del funesto evento. “Da oggi – ha riferito l’ingegnere di Anas Gioacchino Del Monaco – verrà progressivamente ridotto e il lavoro per la sostituzione dei new jersey, se il meteo lo consentirà, terminerà il 4 novembre”.
Le richieste più pressanti dei presenti hanno riguardato la necessità di un cronoprogramma dei cantieri, la loro riduzione in ampiezza, oltre ad un miglioramento della cartellonistica e della segnaletica dei lavori. “Sono delle richieste assolutamente da valutare – ha detto Del Monaco –, rifletteremo proprio in questi giorni su come migliorare ulteriormente la segnaletica”. Per quanto riguarda il personale ridotto nei cantieri, il problema è causato dei new jersey, barriere uniche nel loro genere, che sono collegate l’una all’altra. “Per turno non ci possono lavorare più di tre persone alla volta”, ha riferito il dirigente.
“Io non ho mai visto cantieri di quella dimensione e in caso si chiude la strada – aveva esordito il prefetto Pirrera, definendo la strada “una gimcana” -. Se le barriere centrali servono per la sicurezza di frequenta la strada, bisogna dare la sicurezza di come si posizionano. Altri cantieri verranno aperti, ma verrà data comunicazione e verranno concertati i periodi migliori funzionali all’Università, al turismo, ai bisogni del territorio stesso. Quindi attenzione alla sicurezza, ma tenendo conto dei bisogni del territorio appunto”.
E’ stato dato spazio a tutti: ai sindaci, che chiedono cantieri più veloci, migliore segnaletica e anche una comunicazione più tempestiva degli incidenti, alle forze dell’ordine, preoccupate per i rischi connessi a una velocità che risulta spesso troppo elevata, soprattutto per un’arteria nata realizzata nel 1967, progettata per accogliere un numero nettamente inferiore di mezzi al giorno rispetto agli attuali, e con carreggiate, senza corsia d’emergenza, larghe 7 metri contro i 12 che oggi sarebbero previsti per la realizzazione di una nuova strada di scorrimento veloce.
“Le verifiche hanno dimostrato che c’è bisogno di un intervento urgente sui viadotti (3 attualmente e 2 inizieranno a breve). Inizialmente prevedeva una programmazione nel tempo. Poi ci siamo resi conto che per garantire il transito veicolare bisogna intervenire subito – ha detto Del Monaco -. I primi studi ci avevano detto, si chiude la strada. In seguito nuovi studi ci hanno detto che gli interventi si potevano parzializzare. Però dovevano essere fatti. La cosa più logica è demolire i viadotti e rifarli. Così sarebbe velocissimo. Mediamente un viadotto ha bisogno di un anno e mezzo di tempo Alcune lavorazioni le facciamo quasi esclusivamente di notte”.
Il prefetto ha chiesto quindi una rimodulazione dei cantieri per evitare che ci sia un senso di marcia alternato su più tratti e di “finirne uno e poi iniziarne un altro, non farli tutti insieme”.
La situazione più critica, però, è in provincia di Firenze ed anche per questo alla prossima riunione sarà presente anche la prefettura fiorentina.
A questo punto Pirrera ha concluso: “Nessuno a questo tavolo dirà ad Anas di non fare i lavori, anzi. Il problema è la loro contemporaneità”.