Udienze a porte chiuse: e le informazioni alla stampa?
di Augusto Mattioli
SIENA. Si svolgono tutte a porte chiuse le udienze penali al palazzo di giustizia di Siena. Una decisione derivante dalla crisi sanitaria innescata dal coronavirus, ovviamente, per cercare di limitare il più possibile i contatti nelle aule in cui si celebrano i processi. Anche se bisogna dire che prima della pandemia non erano molti i dibattimenti con pubblico numeroso.
L’impossibilità di accedere nelle aule dei dibattimenti rende più difficoltoso il lavoro di informazione dei giornalisti che seguono la giudiziaria, costringendoli a far ricorso sempre più spesso alle confidenze degli avvocati che hanno tra le mani processi o, magari, ma è quasi impossibile, avere informazioni dai pubblici ministeri. Quindi ogni giornalista deve fare affidamento, se vuole informare, sulle sue fonti confidenziali, ai rapporti di amicizia con qualcuno che opera all’interno del palazzo. E’ da sperare che questo modo di celebrare i processi, che a quanto abbiamo capito non piace neanche agli avvocati, abbia un termine tornando alla normalità precedente la pandemia.
Intanto vorremo dare un suggerimento. La struttura organizzativa del palazzo di giustizia si doti di una figura a cui i giornalisti possano rivolgersi per avere almeno delle informazioni il più possibile esatte sullo svolgimento dei processi. Non è il massimo, perché l’esperienza diretta del giornalista ovviamente è altra cosa. Però sarebbe un aiuto come il rapporto con altre fonti. Tra l’altro occorre ricordare che per legge gli uffici delle pubbliche amministrazioni si devono dotare di un ufficio stampa…