Leghisti senesi alla gavetta politica
di Augusto Mattioli
SIENA. Un partito senza truppe. L’impressione che abbiamo guardando la Lega di Siena (non più Nord, dopo la conversione di Salvini alla italianità) è che non ci siano (o siano molto pochi) i militanti, quelli che stanno ai banchini a dare qualche volantino e a raccogliere qualche firma, come accadeva qualche tempo fa.
Non ricordiamo da quando ma la Lega di Siena sta attraversando un periodo di commissariamento di cui ancora non si vede la fine. L’aver preso i voti che hanno contribuito a far vincere il sindaco civico De Mossi (grazie alla presenza del segretario nazionale Salvini che ha fatto da traino) e avere una nutrita rappresentanza di consiglieri comunali a Palazzo Pubblico di Siena, non riesce a nascondere che dietro il simbolo c’è poco o niente, con tutto il rispetto per quei pochi che si danno da fare.
E anche il fatto di avere indicato come assessora, al posto di Nicoletta Gardin, l’architetto fiorentino Silvia Buzzichelli sta ad indicare che la Lega a Siena non ha una propria classe dirigente. Certo, è vero che la Lega esprime il vicesindaco Andrea Corsi ma la sua storia politica non è proprio leghista. E’ da sperare che i consiglieri della lega eletti (salvo l’esperto Paolo Benini), dopo avere capito i meccanismi dell’amministrazione, possano crescere e formarsi dal punto di vista politico.