Ultimamente a Siena non si parla mai del Monte
di Augusto Mattioli
SIENA. Non ci trova d’accordo il rinvio in Consiglio comunale della discussione sulla mozione sulla Fondazione Mps avanzata dai 5Stelle. Perché dà l’impressione che – su certi temi – nella maggioranza si pensi che è meglio “andare oltre”.
Certo sono finiti i tempi in cui sulla vicende della Fondazione e della Banca si faceva notte. Ora la Banca è lontana, la Fondazione (che ha lo 0,1% delle azioni della banca), si arrangia e cerca di rispettare come può il ruolo per cui è nata, cioè occuparsi dello sviluppo economico del territorio.
Il rinvio non va, anche se pensiamo che di dibattiti ce ne sono stati anche troppi. Ma a parlare di ciò che è accaduto alle immense risorse senesi dovrebbero essere altre persone. Quelle che negli anni passati hanno avuto ruoli importanti nel decidere la gestione della Banca e della Fondazione. Magari Gabriello Mancini, che da presidente della Fondazione ha fatto quello che gli hanno detto. Magari i vari sindaci che si sono succeduti alla guida del Comune e presidenti della Provincia. Magari Giuseppe Mussari, presidente prima della Fondazione (dopo avere segato la panca a Pier Luigi Piccini, che, dopo essere stato sindaco, sarebbe passato alla guida della Fondazione, se non fosse stato stoppato da un atto di indirizzo del ministro del Tesoro Vincenzo Visco, e “convinto” a suon di euro ad andare a Parigi), e poi della banca. O magari qualche segretario di partito, vedi Franco Ceccuzzi, che secondo le informative dei Carabinieri ogni giorno si sentiva con Mussari sulle strategie per la guida della banca.
Nessuno che parli o che chieda perlomeno scusa. Non è accaduto e pensiamo non accadrà. Mai.