Un altro negozio "caratteristico" chiude a Siena
di Augusto Mattioli
SIENA. Chiude Carta zucchero, libreria ma non solo, dove si poteva passare il tempo leggendo ma anche bere un caffè, una tisana tra le varie offerte dalla casa e altri prodotti che si potrebbero definire esotici. Chiude ed è un peccato, perché si trattava di una iniziativa intelligente che evidentemente non ha retto alle richieste del dio mercato. Certo non è il solo negozio particolare che chiude a Siena, dove le cose che “vanno” (e ce la fanno), sono i ristoranti di vario tipo, i negozi di vestiario, cravatte, e anche grembiulini e bavagli. Altri lo hanno seguito, magari in un silenzio indifferente, senza che qualcuno abbiano notato la chiusura, proprio perché non ce l’hanno fatta a sostenere le spese, soprattutto quelle legate all’affitto dei fondi.
Sembra che i prezzi degli affitti nel centro storico siano molto elevati, tanto che se li possono permettere le grandi catene di franchising o chi comunque ha denaro liquido in quantità. Perché in giro ce ne sono di persone o società che si possono permettere di affittare un fondo senza badare a spese.
Quello degli affitti alti che strozzano le piccole attività, quelle che magari danno un tono ed una identità specifica alla qualità del commercio senese, è un problema di cui le varie associazioni dei commercianti si dovrebbero occupare.
Si dirà “è il mercato, bellezza”. Ma il mercato andrebbe guidato secondo regole che impediscano che si debba chiudere un negozio “intelligente” perché strozzato letteralmente dalle spese per gli affitti (e non solo).