Come cambiano le richieste di informazione dei turisti
di Augusto Mattioli
SIENA. Piazza del Duomo, Piazza del Campo, Piazza Salimbeni. Per le frotte di turisti che ogni giorno visitano Siena le tre piazze sono passaggi obbligati. Ma se le prime due si guardano con occhi interessati alla loro bellezza e al loro fascino, la terza si osserva ponendosi qualche interrogativo davanti alla statua di Sallustio Bandini.
Le vicende della Banca sono da tempo oggetto di interesse dei vari media e anche il turista più distratto quando passa da piazza Salimbeni non può non sapere cosa sta succedendo e cosa è successo, anche se in maniera superficiale. E’ capitato non di rado che qualcuno di loro, con macchina fotografica a tracolla o armato di telefonino per avere qualche immagine della piazza, ci abbia chiesto qualcosa di più sulle questioni montepaschine. Impegno difficile quello di spiegare la situazione in pochi minuti da parte di chi come il sottoscritto ha seguito da cronista le questioni della banca per anni.
Ma poi è bastato una specie di bignamino per far capire, forse, qualcosa. In sostanza al turista abbiamo ricordato alcune parole: ingordigia, incapacità, voglia di potere, giochi della politica trasversale, distruzione di ricchezza accumulata da secoli e chi vule può continuare la lista a piacere. In un caso un turista ha detto “ho capito, è la solita storia” e se n’è andato sorridendo un po’ amaramente.