Il silenzio regna sovrano, come se a Siena e dintorni non succedesse mai nulla
di Augusto Mattioli
SIENA. Non c’è bisogno delle leggi bavaglio nell’informazione, di cui si parla in questo periodo, soprattutto quella sulla cronaca nera e cronaca giudiziaria.
Progressivamente – lo constatano i cronisti che ogni giorno lavorano in questi due settori – le notizie, anche quelle più insignificanti, non vengono più date o vengono centellinate, magari anche solo con una semplice e stringata nota stampa. Anzi, quando il cronista cerca conferme su un evento particolare e preoccupante (come i recenti accoltellamenti avvenuti alla sede della Caritas o nei pressi della stazione dei bus), e magari pubblica quanto i testimoni diretti gli hanno detto, lavorando per conto proprio, si è notata una certa insofferenza da parte di varie autorità.
In sostanza non si deve disturbare chi è preposto a indagare e dare una immagine positiva della vita in una qualsiasi località del senese.
Il problema, a quanto abbiamo potuto capire, non riguarda però solo il nostro territorio, ma è un fenomeno di carattere generale. Succede, secondo quanto abbiamo potuto accertare anche in altre località del nostro paese, dove solitamente si va in soccorso del vincitore politico del momento. Per cui, ci ha confidato – sottovoce – una “fonte autorevole non di Siena “si tratta di una scelta politica precisa. Le fonti oggi non parlano, sono in secca come fiumi d’estate”. In sostanza, meglio non disturbare il manovratore. Anche se questo rende più difficile il lavoro del giornalista…