Si può ancora parlare dell'operazione Antonveneta?
di Augusto Mattioli
SIENA. Ora che le grane giudiziarie su Mps sembrano essersi concluse per Giuseppe Mussari, avvocato, già presidente della banca per il quale “fare il banchiere non è il mio mestiere”, e per l’ex dg Antonio Vigni, chiedo: non sarebbe il caso che chiarissero qualcosa sull’acquisto da parte di Babbo Monte di Banca Antoveneta?
Siamo curiosi – vizio da cronista che ha vissuto quella storia – di sapere, se hanno deciso in solitudine o se c’è stato anche qualche autorevole consigliere, senese e non, su come portare avanti una operazione, che alla fine ha impoverito la città e il suo territorio, che avevano un punto di riferimento nella Fondazione Mps, guidata da Gabriello Mancini, che si è limitato ad eseguire ordini. “Ho fatto quello che mi hanno detto”, è stata la sua difesa.
Di come è stata – politicamente – portata avanti quella operazione nessuno più parla, se non per scaricare la responsabilità su chi a Siena pensava di decidere (vedi Pd) e utilizzare la chiave elettorale questa storia, dimenticando che i soldi di Mps tramite la Fondazione arrivavano a tutti.
Abbiamo citato Mussari e Vigni, che erano ai vertici di Mps. Ma ci sono anche altri senesi, oggi molto silenziosi, che potrebbero dire qualcosina. Vediamo se ne hanno voglia. Non ci speriamo, figuriamoci, se qualcuno ha davvero voglia di ricordare un passato così imbarazzante.