Nella riunione odierna la scelta del successore di Profumo (notizie in aggiornamento)
SIENA. (a. m.). E’ iniziata pochi minuti prima delle 10 l’assemblea straordinaria dei soci di Banca Mps. All’ordine del giorno l’elezione del nuovo presidente della banca, Massimo Tononi, che sostituirà Alessandro Profumo che si era dimesso lo scorso agosto.
La scelta del nuovo presidente di Banca Mps “è il coronamento di un lavoro fatto nei mesi passati con grande rigore e metodo di un candidato adatto”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Marcello Clarich prima dell’assemblea parlando con i giornalisti. “Quindi oggi – ha aggiunto – speriamo che non ci siano sorprese, ma non ne aspetto, andremo compatti attorno al nome di Tononi. Non appena si insedierà, prenderà il dossier della fusione come il primo e più importante da seguire”. “Lasciamolo lavorare”, ha proseguito, ricordando che quando Tononi prenderà la presidenza del Monte dovrà capire “qual è il contesto, i vincoli, le richieste della Bce e le attese del territorio”. Sulla questione della fusione della banca con un altro istituto ha risposto: “Non conosco tutte le carte, e quindi non sono in grado di dirlo. Certo la banca ha fatto un percorso virtuoso, ha avuto risultati significativi ma sappiamo anche del lascito delle vicende del passato”.
People bank of China ha in mano il 2,004 per cento del capitale di Mps: lo ha confermato il vicepresidente di Montepaschi, Roberto Isolani, aprendo l’assemblea dei soci. Gli altri azionisti di maggiore peso sono Fintech (4,5%), Ministero dell’Economia e delle Finanze (4,02%), Axa (3,17%), Btg 3,13%. Dopo l’aumento di capitale da 3 miliardi di euro del giugno scorso, il patto parasociale (Fondazione Mps, Fintech e Btg Pactual) è sceso al 0,498 per cento.
Marcello Clarich, presidente della Fondazione Mps, anche a nome dei Fondi Btg Pactual e Fintech, ha presentato ufficialmente nell’assemblea la candidatura di Massimo Tononi alla presidenza della banca. “Tononi – ha sottolineato – ha la professionalità, l’esperienza e l’integrità necessarie per assumere il ruolo di presidente nella fase di aumento di capitale, e di rapportarsi nel modo migliore con le istituzioni a livello nazionale ed europeo, con il consiglio d’amministrazione e con il management dell’istituto”.
Il ministero dell’Economia, che detiene il 4% del capitale di Banca Mps, non parteciperà alla votazione del nuovo presidente della banca. Lo ha detto Stefano Di Stefano, rappresentante del ministero, che ha spiegato che la decisione è stata presa in considerazione della “particolarità della partecipazione acquisita” con il pagamento in azioni degli interessi sui Monti bond, lasciando ai soci “la decisione sulla governance della banca”.
Fabrizio Viola, ad di Montepaschi dichiara che per “aggregarsi bisogna essere in due, fino a quando non ci saranno opzioni concrete continueremo a lavorare come facciamo ora. Una scelta – ha sottolineato – di andare verso l’aggregazione che non è solo una richiesta della Bce ma fatta anche dal cda nel 2014, la nostra rotta non è cambiata”.
Abbiamo attivato le procedure di cedere quest’altra porzione dei crediti in sofferenza – ha sottolineato Viola – ricordo che il piano industriale prevede la cessione di 5 miliardi di crediti. Se ci sono le condizioni anticiperemo questo percorso, e qui siamo d’accordo con la Bce. Secondo Viola il problema principale che Mps deve risolvere quello dell’entità’ di tali crediti”.
La riduzione della “rete di sportelli è diventato un fenomeno di sistema” a causa dello sviluppo dei cosiddetti canali diretti, internet e altro, che stanno cambiando abitudine dei clienti”. Viola ha ricordato che Mps negli ultimi anni ha già chiuso circa 600 filiali, in molti casi duplicazioni sul territorio. “Il piano industriale è in corso dal punto di vista commerciale, dell’efficenza operativa e del miglioramento del bilancio e “i dipendenti sono calati di 5000 unità mentre il piano prevede una diminuzione di 8000”.
“Sui 45 miliardi di crediti dubbi abbiamo fatto un lavoro enorme“, ha detto ancora Viola, rispondendo a un socio. Una banca che interviene “senza indugio” anche con eventuali azioni legali. I crediti deteriorati sono un grosso problema” per la banca “anche se non è certo tutto riconducibile a comportamenti inopportuni”. Ci sono state delle azioni anche nei confronti di alcuni dipendenti, “ma per fare azioni disciplinari o legali bisogna essere certi”. E comunque, “senza dare numeri, il problema di Mps è un problema di politica sbagliata nell’erogazione del credito“, ha affermato con un riferimento esplicito alle passate gestioni. “La banca sarà rigorosa nel valutare le azioni di tutela del patrimonio per riportarne a casa la maggiore entità possibile, come ristoro dei danni subiti”, ha detto Viola, in riferimento alle azioni di responsabilità in corso nei confronti dell’ex-presidente Giuseppe Mussari, dell’ex-direttore generale, Antonio Vigni, di Banca Nomura e di Deutsche Bank. “La banca procederà dopo la definizione dei procedimenti legali”.
Viola ha anche quantificato il peso dei piccoli azioni nel capitale di Mps che “oggi è pari al 32%”, rispondendo con questo al. rappresentante dei piccoli azionisti Guido Antonini che poco prima aveva detto che oramai Mps “è una public company”. L’ad del Monte dei Paschi, invece, ha detto di non essere in grado di dare un numero certo sull’esborso dei piccoli azionisti per l’ultimo aumento di capitale. Banca Mps è interessata alla possibile ‘bad bank’, “ma non mi spingo sui numeri”, ha risposto Viola a un socio ricordando che “non è un negoziato al quale partecipano le banche”, che attualmente “numeri non ce ne sono: non è chiaro, nel caso si faccia, qual è la modalità. Suggerisco di leggere i numeri con grande prudenza”
Antonio Damiani, segretario generale Fisac Cgil Mps, è intervenuto all’assemblea: “Al nuovo presidente chiediamo un confronto serrato per trovare tutte le soluzioni che consentano alla banca di andare avanti e ai lavoratori di garantire livelli occupazionali, diritti e normative”.
“Non c’è un piano B” rispetto a quello indicato dalla Bce, ossia alla possibile aggregazione con un’altra banca. Lo ha detto Fabrizio Viola, parlando con i giornalisti a margine dell’assemblea. “Sappiamo cosa fare se a breve non si concretizzerà l’aggregazione e cosa faremo lo sa anche il mercato”, ha aggiunto. “Quando ci sarà un’opzione concreta faremo ciò che dobbiamo : si lavora al piano industriale e alle opzioni strategiche che questo contiene”.