SIENA. Di seguito l’intervento di Rita Centini Fiorenzani all’Assemblea Comunale del PD di Siena.
“Innanzi tutto porgo ai presenti il saluto mio personale e del nostro storico “Gruppino del fiore”, che nella DC, nel PPI e ne “La Margherita” è stato luogo permanente di formazione cattolico democratica, di cultura e passione politica, di servizio alla Comunità, di esempio civile, che non ha mai abbandonato questi principali impegni coerenti, soprattutto rivolti ai più giovani transitati e transitandi, fin dalla fondazione, nel Partito Democratico.
Del resto altro non ci restava da fare, vista la chiusura a riccio del gruppo dirigente il nuovo partito costruito a freddo, con ogni accortezza paracongressuale fatta di vecchi trucchi nei tesseramenti e nella votazioni congressuali; un pateracchio di potere tra la peggiore truppa della DC senese e del PCI. Senza fare nomi, il concetto è chiaro e ormai storicamente assodato. Il suddetto pateracchio ha politicamente avallato i peggiori atti esterni e nostrani di attacco agli interessi di Siena. E non solo per la tragedia del Monte dei Paschi. Non è vero affatto che il PD ha fatto la necessaria autocritica nei fatti e nei personaggi. Un profondo mea culpa avrebbe dovuto mostrare, negli anni recenti, agli elettori l’autentico necessario rinnovamento. Invece il volto e l’anima del partito si sono sempre mostrati, in malcelata e sostanziale continuità, quelli del passato, fedeli emuli del pateracchio di potere degli anni 2007 e seguenti: nel ristretto gruppo dirigente troppo spesso emulo d’ impresentabili ispiratori. Quanto precede serve a comprendere anche gli errori di questa campagna elettorale.
Premetto: all’ultimo congresso comunale, concorremmo alla formazione di una lista capeggiata da Simone Petricci, che, in autonomia, appoggiasse il segretario Massimo Roncucci, il quale si era mostrato abbastanza distaccato da vecchi legami, che – diceva – lo attaccavano a brutto. Poi si è mostrato caldo sostenitore e molto seguace del segretario Enrico Letta, ragione ancora del nostro appoggio. Caduto Letta, prima ancora dell’elezione di Elly, ci è sembrato ben sensibile al “richiamo della foresta”.
Siccome dopo l’uscita del gruppo “Confronti” dal PD comunale, noi siamo rimasti gli unici a dichiarare e testimoniare ufficialmente la nostra matrice cattolico-democratica, a nome di questa insopprimibile ispirazione, Pier Paolo Fiorenzani ha ripetutamente manifestato la nostra contrarietà a proporre candidati a sindaco persone già impegnate in compiti esecutivi in Comune: molto meglio un volto nuovo, “acqua e sapone”, che avesse alle spalle anni d’esperienza in consiglio comunale, ma come minoranza PD. Fatto anche nome e cognome della possibile candidata, o anche di un consigliere uscente, Roncucci non potè, o non volle, prendere in considerazione la proposta. E, quando all’Assemblea Comunale decisiva che registrò il via libera alla fin dal Congresso bloccata direzione, e stante la presenza di componenti la stessa assemblea molto spesso assenti, fu varata la candidatura a sindaco della ex assessore ai Servizi Sociali, Anna Ferretti; la decisione determinò la nostra silenziosa presa d’atto, anche se, fin dalla presentazione pubblica, fu ben chiara la regia della solitaria preparazione di candidatura del Roncucci. Del resto dobbiamo essere grati a Simone Vigni se, in piena campagna elettorale, rivelò pubblicamente luogo e giorno di un accordo che dimostrò a tutta Siena chi ancora comanda nel Pd senese. Osservo appena che, fatto il suo tempo, ogni dirigente di partito dovrebbe correttamente farsi da parte. La nostra partecipazione alla campagna elettorale è stata disciplinata e presente in piazza, nei Circoli e nel libero sostegno al voto. Ora ci sentiamo, pertanto in diritto di reclamare un totale rinnovamento di persone e di modo di fare politica. Un cambiamento che ci veda vicini ai senesi sui loro veri problemi, con persone credibili e di provata capacità dirigenziale e politica.
Se, in fortunata era PNRR, anziché ignorare, ad esempio, un grave e incombente problema come quello della sicurezza e della qualità idrica di Siena e di altri 24 Comuni, messa a rischio dal colpevole, silenzioso e non conosciuto accerchiamento di Siena che, forse, potrà avere l’acqua di Montedoglio solo nel 2030…se va bene, il PD avesse unito tutte le sue forze per non subire le scelte di Regione, di AIT e Fiora e avesse dimostrato agli elettori che per noi prima dell’interesse di partito viene quello della popolazione, non avremmo dovuto registrare un divario al ballottaggio di mille voti meno della signora Fabio, ovvero molti di più di quelli coi quali perdemmo nel 2018. E’ davvero una magra consolazione affermare che “mal voluto…” ecc.
Auguro al PD di Siena e della provincia di saper promuovere un vero cambiamento, altrimenti non c’è futuro. Grazie”.