Un progetto che ha messo insieme arte, inglese, matematica, disegno e laboratori
di Augusto Mattioli
SIENA. L’arte contemporanea e i bambini: un binomio che sembra difficile da attuare. Invece è nato e si è sviluppato alla scuola elementare Pascoli a Siena, grazie alla spinta di Germana Marchese che lavora al Siena art institute, persona di esperienza internazionale con contatti diretti con artisti italiani e stranieri che direttamente o indirettamente (tramite internet) hanno collaborato ad un lavoro didattico innovativo. Ma la scuola ha risposto con altrettanto impegno grazie alle maestre, con in testa Daniela Pellacchi, che – nonostante sia prossima alla pensione – ha capito e abbracciato il progetto che ha coinvolto gli alunni delle quinte sezione A, B, e C.
Arte contemporanea? Non solo, a quanto è emerso dal colloqui con Marchese, Pellacchi e il direttore Federico Frati, perchè attraverso l’arte contemporanea si è arrivati all’insegnamento dell’inglese, all’arte classica, alla stessa matematica, al disegno, alla realizzazione di lavori ispirati alle opere degli artisti.
“La nostra impressione è che alla Pascoli sia stato fatto un lavoro di contaminazione tra i vari settori presi in considerazione. Dall’arte contemporanea ad esempio siamo arrivati al quella classica – spiega Marchese. Ma non è stata un’esperienza didattica calata dall’alto con gli alunni meri ricevitori di informazioni. Lo abbiamo capito quando abbiamo parlato con bambini e bambine che hanno manifestato tutto il loro interesse per la didattica, davvero innovativa di cui sono stati i protagonisti”.
Loro hanno riprodotto, reinterpretandole anche le opere degli artisti (molto successo ha avuto l’approccio con l’arte per gli esperti molto discussa dell’inglese Damien Hirst) con i quali sono venuti a contatto: a qualcuno hanno inviato anche delle mail per loro lavoro di ricerca. Insomma sono stati veicoli di informazione per gli stessi genitori più digiuni di loro sull’arte contemporanea e come ha sottolineato Frati “ si sono divertiti”. Il che non è poco quando si parla di una scuola che oggi, in generale, fatica a trovare strade nuove ad una didattica diversa e meno a compartimenti stagni.
Salvo poi trovarsi di fronte a qualcosa che sorprende. Come abbiamo potuto capire anche quando abbiamo visto gli spazi della scuola trasformati in un vero e proprio museo, davvero vitale. Un lavoro stimolante anche per gli insegnanti che sottolineano: ”Alla Pascoli abbiamo toccato con mano la curiosità bambini, la loro disponibilità a sperimentare. Loro hanno dialogato con naturalezza semplificando le parole ma non i contenuti. Questa è una grande abilità che se non si esercita si perde con gli anni”.
Già, il punto è anche questo: come potranno continuare la loro esperienza questi giovanissimi quando l’anno prossimo cambieranno scuola?
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