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FIRENZE. L’assoluzione nel processo Alexandria di Mussari, Vigni e Baldassarri, accusati di ostacolo alla vigilanza per aver nascosto dei documenti (e, soprattutto, il fatidico mandate agreement con Nomura) nel corso di un’indagine, non è piaciuta alla Procura generale di Firenze che ha presentato ricorso in Cassazione. In appello, il 7 dicembre 2017, i tre imputati vennero tutti assolti “perché il fatto non costituisce reato”, cancellando con questo la sentenza di primo grado che, invece, aveva condannato tutti e tre gli imputati. Il pg Marziani aveva chiesto in appello una condanna maggiore, a 7 anni per Mussari, e a 6 anni per Vigni e Baldassarri ritenendo che gli imputati volontariamente non dissero agli ispettori di Bankitalia del contratto.
Nel frattempo ai legali di Mussari, Vigni e Baldassarri non è piaciuta la motivazione della sentenza di assoluzione e a loro volta hanno fatto ricorso alla Cassazione per chiedere che le assoluzioni siano per “non aver commesso il fatto”, in quanto non ci fu volontà da parte dei tre di nascondere i documenti.