di Augusto Mattioli
SIENA. Tutti assolti gli otto imputati, tra i quali l’ex presidente di Banca Mps Giuseppe Mussari, nel processo per la privatizzazione dell’aeroporto senese di Ampugnano. Questa mattina c’è stata infatti la sentenza che ha chiuso un processo iniziato nel 2012. L’ex presidente della banca era accusato di falso ideologico, reato per il quale anche il Pm Antonino Nastasi (che nel mese di gennaio se ne andrà a Firenze), aveva chiesto l’assoluzione, mentre aveva chiesto per gli altri imputati condanne da uno a quattro anni. Su Mussari e gli altri imputati pendeva l’accusa di turbativa d’asta caduta in prescrizione due anni fa. Tra gli assolti sempre per il reato di falso ideologico anche l’ex direttore generale della Fondazione Mps Marco Parlangeli e l’ex amministratore del Fondo Galaxi Corinne Namblard.
L’inchiesta sulla privatizzazione dell’aeroporto senese, oggi non più in funzione, era iniziata per accertare se c’erano stati dei reati nella procedura di gara che individuò il fondo Galaxi quale socio privato delle società di gestione dell’impianto senese. Con l’entrata del Fondo Galaxi a Siena si puntava ad un progetto di forte sviluppo dell’aeroporto, che non si è mai concretizzato anche per le difficoltà della Fondazione Mps e della Banca interessate al progetto. Si parlò addirittura di circa quattro milioni di viaggiatori all’anno Dall’inchiesta sull’aeroporto senese (in cui sono state utilizzate anche intercettazioni telefoniche) sono nate quelle riguardanti Banca Mps. Anzi, si è detto spesso che la privatizzazione dell’aeroporto di Ampugnano è stata la madre di tutte le inchieste giudiziarie che in questi anni hanno riguardato la banca, entrata in una crisi profonda dalla quale oggi sta cercando faticosamente di riprendersi.
Soddisfatti ovviamente gli imputati presenti dopo la lettura della sentenza anche se nessuno ha ufficialmente rilasciato dichiarazioni. Corinne Namblard, che è stata licenziata tre volte dai suoi datori di lavoro (ma è comunque in causa) ha lasciato la parola ai suoi avvocati. “E’ stata una vicenda molto lunga – ha detto uno dei legali, Beniamino Schiavone – dal punto di vista processuale che ha comportato anche delle conseguenze negative per la signora sotto il profilo professionale. Ma alla fine un tribunale si è espresso riconoscendo la bontà del suo operato e del suo lavoro”.
”Una sentenza che rende giustizia alla signora Namblard – ha aggiunto l’altro legale Filippo Giunchedi del foro di Bologna – che ha studiato un progetto che sarebbe stato molto proficuo per lo sviluppo commerciale senese e della Toscana e mi sembra che la sentenza sia fedele al progetto e a ciò che è emerso dal processo. Cioè una procedura assolutamente lecita”.