"Le cause degli aumenti sono varie: dalla crescita della domanda post-pandemia, alle speculazioni in borsa. La guerra in Ucraina è stato un forte acceleratore”
di Augusto Mattioli
SIENA. Dicono in tanti: “dopo il Covid, ci mancavano l’inflazione, la guerra e i prezzi dell’energia alle stelle”. Nelle famiglie e nelle imprese si aspetta con preoccupazione, anzi, molta preoccupazione, l’arrivo delle bollette.
A Paolo Abati, direttore generale di Estra, l’azienda che opera nel settore dell’energia, abbiano chiesto informazioni sulla situazione nel settore.
Sulle cause dell’aumento dei prezzi sottolinea che “sono varie: dalla crescita della domanda per la ripresa post-pandemia, alle speculazioni in borsa. La guerra in Ucraina comunque è stato un forte acceleratore dell’aumento”. Secondo Abati, comunque “la situazione è leggermente migliorata rispetto ad agosto. Il trend, infatti, sta facendo registrare un calo dei prezzi; solo per fare un esempio, ad agosto eravamo oltre i 300 euro a megawattora, mentre ora il costo del gas si aggira intorno ai 140 euro. Si tratta di una riduzione importante, anche se i prezzi restano molto alti rispetto all’anno scorso visto che i prezzi sono di cinque volte superiori. Anche l’energia costa molto di più, perchè per buona parte è prodotta con il gas. E gli effetti, rispetto ad un anno fa, si fanno sentire sulle bollette in particolare per le imprese energivore. Per cui l’impatto sul sistema produttivo è forte” .
Abati precisa che, per quanto riguarda il gas, “gli effetti ancora sono lievi perché, nella stagione estiva e autunnale i consumi sono bassi, ma in inverno sarà diverso. Il governo ha messo in campo iniziative per sostenere le famiglie e le imprese manifatturiere. Per queste ultime i crediti di imposta concessi sono importanti, ma non sono sufficienti per limitare gli effetti dell’aumento dei costi energetici. Il sistema attuale non può reggere a lungo. Quindi, sarà un periodo molto difficile sia per imprese sia per famiglie”. Il problema quindi riguarda tutti. Il direttore generale di Estra ricorda che su questi problemi “siamo però tutti nella stessa barca” e rileva che “sul costo del gas non possiamo fare niente per contenere le tariffe. Stiamo invece assicurando rateizzazioni dei pagamenti delle bollette, più lunghe di quelle previste da Arera. Inoltre, abbiamo chiuso l’accordo con Sace per le garanzie sui grandi clienti”.
Ad una nostra domanda risponde che l’azienda che dirige “non fa extraprofitti. Li fanno invece quelle società che vendono ai propri clienti l’energia che producono da fonti rinnovabili allo stesso prezzo di quella prodotta con idrocarburi. Bisogna disaccoppiare i prezzi delle rinnovabili da quelli tradizionali”. Secondo Abati la situazione attuale nel settore “non era prevedibile: in parte – sottolinea – nasce dai processi di liberalizzazione, che ora sono andati in crisi. Spero si riveda il sistema, magari con una borsa del gas più controllata rispetto a quella olandese. Certo il sistema, in tempi normali, ha funzionato, ma con questi andamenti di mercato mostra la sua fragilità”.