I fatti a Chianciano nel corso di un camp della Fis. All'epoca la giovane era minorenne
SIENA. E’ durato otto ore l’incidente probatorio per la schermitrice che ha denunciato di aver subito violenza da due atleti durante un camp a Chianciano Terme. I due erano stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo dalla procura di Siena, ma non erano stati ravvisati gli estremi per richiedere l’applicazione delle misure cautelari.
Davanti al gip Elena Pollini la schermitrice, che all’epoca dei fatti era minorenne, assistita dall’avvocato Luciano Guidarelli, alla presenza dal pm Serena Menicucci, titolare del fascicolo, e dei legali che stanno assistendo i due ragazzi, Enrico De Martino, Matteo Antonio Starace e Gian Paolo del Sasso. Presenti anche la madre della presunta vittima, un amico e un legale della famiglia di origine messicana. La ragazza è uscita dall’aula del tribunale in lacrime. Centrali nell’incidente probatorio anche filmati, video e chat estrapolati dagli inquirenti dai telefoni cellulari dei giovani.
All’avvocato Chiusarelli è stato chiesto se chiederà delle misure cautelari per i due indagati. “Rispetto a ieri, oggi ho qualche elemento in più per poterlo fare. La mia assistita ha rilasciato delle dichiarazioni che hanno confermato quello che è accaduto quella sera. Lei ha un vuoto di memoria, relativo all’arco temporale che va dalla uscita dal bar fino alla mattina, quando si è ritrovata nella stanza dei ragazzi”. Guidarelli ha sottolineato come, nella seconda parte dell’incidente probatorio, “ci sono stati momenti di tensione” con “diverse sospensioni” perchè “la ragazza ha rievocato ciò che ha subito e cioè un trauma, che ha causato dei disturbi per cui è in cura da uno psicologo”. I legali dei due indagati contestano il fatto che ci sia stata violenza sessuale. “Esattamente. Io sono dell’avviso che nel momento in cui una ragazza chiede di fermarsi esplicitamente e questo non avviene… Beh, lascio a voi le considerazioni – continua il legale – La difesa contesta tutto, ma era presumibile. La loro linea difensiva è stata incentrata sul consenso”.
La chiusuraa è un messaggio alla Federscherma: “Nel momento in cui si prende atto che nei camp circolano stupefacenti e alcolici, credo che bisogna prendere dei provvedimenti. La FIS avrebbe potuto farlo legittimamente”.