SIENA. La misura ormai era colma per la ragazza 30enne, che il mese scorso ha denunciato agli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Siena di essere perseguitata dall’ex compagno. Questa volta a farne le spese non è stata solo lei, ma anche, suo malgrado, il nuovo fidanzato, trovatosi a condividere gli inseguimenti, i pedinamenti e gli appostamenti del persecutore. L’ex la tempestava ogni giorno di telefonate e messaggi, anche a centinaia, da sei mesi a questa parte. L’uomo non aveva, infatti, mai accettato che la ex compagna, dalla quale si era di fatto separato da un paio di anni, avesse finalmente ripreso a vivere. Proprio per questo, ha cercato di impedire che la nuova coppia potesse trascorrere una relazione felice o quantomeno normale.
Dalle chat estrapolate dal telefono cellulare della vittima è emerso che ogni giorno, anche il mattino alle cinque, l’uomo iniziava a tartassarla di telefonate, poi, dato che la giovane non rispondeva, passava ai messaggi Whatsapp, intimandole di cessare la relazione sentimentale da poco intrapresa. Non solo. Se non otteneva risposta da lei, prendeva di mira il ragazzo, con lo stesso criterio: chiamate su chiamate, messaggi scritti e vocali, a ripetizione, con insistenza. Talvolta, per non far sapere che era lui, cambiava la scheda SIM o telefonava da un numero sconosciuto. Se non otteneva soddisfazione in questo modo, lo pedinava, inseguendolo fino al luogo di lavoro e facendosi trovare lì, con fare e parole minaccioso. Oppure girava intorno alla sua abitazione in auto, accrescendone lo stato d’ansia, di paura ed apprensione.
Anche con la ragazza, di cui conosceva i movimenti, si comportava nello stesso modo, piombandole senza preavviso davanti, in casa della madre, della cugina, o persino di amici, con cui la coppia si incontrava per trascorrere qualche ora in tranquillità. Dal racconto della donna sono emerse anche violenze psicologiche, fatte di umiliazioni continue, ingiurie e ricatti: l’ex faceva in modo che la ragazza non si allontanasse mai da lui, minacciando che, se l’avesse fatto, ne avrebbe subito le conseguenze, lasciandola senza un soldo, né per sé, né per le figlie, entrambe minorenni. Al tempo stesso però, pretendeva che non lavorasse, anzi, ad ogni tentativo di trovare un’occupazione, il 39enne si recava sul luogo di lavoro, piantando grane ed importunandola anche di fronte ai colleghi, in modo da portare la vittima a rinunciare ad ogni possibilità di rinnovo contrattuale.
Tutto questo è durato fino a quando gli uomini e le donne della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura della Repubblica di Siena, hanno dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo, sequestrandogli i telefoni cellulari e le schede telefoniche. Durante l’arresto è stata anche eseguita una perquisizione a seguito della quale è stata rinvenuta della sostanza stupefacente, oltre un etto di marijuana, che è stata sequestrata. L’uomo è stato, pertanto, denunciato anche per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.