La città del Palio ai primi posti per divertimenti e tempo libero
di Marco Norcini
SIENA. Prendiamo per buona la classifica delle città più vivibili. Si tratta di un’indagine “seria”, “accurata”, tanto che mentre leggevo quest’agenzia, mi sono ricordato parole pronunciate dal consigliere di Sel Cannamela, durante la l’assemblea pubblica dell’occupazione della casa dello studente Il Porrione, Cannamela aveva precisato, e non a torto, la situazione generale di Siena che “…è la seconda città in Toscana per disoccupazione…” (la prima è Grosseto ndr., città entrambe baciate dal Monte, anche se in modo diverso). Più che una notizia, quindi sembra una “marchetta pubblicitaria” prenatalizia per Siena, che di vivibile ha perso praticamente tutto. Il tracollo dell’Università, il postificio per eccellenza, che se la contendeva con il Monte, non è certo una fantasia, visto che ha dovuto mettere in vendita, circa un paio di anni fa, la parte universitaria delle Scotte, ricomprata poi dalla Regione. Nulla di nuovo, lo strano acquisto era apparso a grandi caratteri anche sui giornali locali, e poi tornata nell’oblio.
La presenza di persone che ruotano attorno al mondo del volontariato, non è certo in discussione, con i tempi che corrono, se manca anche la solidarietà sociale, allora è il tracollo. Ma per quanto riguarda i cinema e le librerie, forse ci sarebbe da puntualizzare qualche cosa. Intanto si è persa la memoria di quante hanno chiuso in questi anni. Dalle Messaggeria Bassi alla Libreria Ticci, vere e proprie istituzioni in città, da poter essere elevate a livello di biblioteche private. Ma basta farsi una passeggiata in piazza Tolomei e trovare un cinema chiuso e riconvertito in appartamenti, che al loro termine saranno messi sul mercato, con prezzi dai 300mila al mezzo milione di euro. I cinema sono rimasti pochi, quindi, le librerie anche meno, e la voglia di leggere ancora di meno. Con una popolazione che invecchia sempre più, che fa i conti con la pensione, lo svago e le distrazioni della lettura e del cinema sono surrogate dal canone televisivo.
Una trascuratezza grave nelle ricerche è che la provincia senese è nella top ten per numero di suicidi per anno. secondo i resoconti statistici. Tuttavia, questo è sempre stato un argomento politicamente scomodo da affrontare. Trovare le ragioni sociali di un fenomeno del genere significa anche affrontare quelle politiche.
Ma andiamo oltre. Basta scorrere su Internet poi le offerte di locazione degli immobili e si vede come a Siena, la stessa del tasso disoccupazione alle stelle, gli affitti stanno ancora crescendo, allo stesso modo degli sfratti esecutivi. L’unico aspetto che manca nella ricerca, almeno da quello che si legge dall’Ansa, sono la presenza della Chigiana, il cartellone teatrale e Siena Jazz.
E poi gli amministratori locali col tempo hanno svuotato l’economia senese dentro le mura. Un volta l’Università per stranieri in centro portava linfa vitale e denaro ai commercianti del centro, adesso ci sono intere strade con i fondi tappezzati di cartelli affittasi o vendesi. Un monumento ai caduti, agli esercizi che vanno da Montanini a Pantaneto a via Cecco Angiolieri, e che nel giro di pochi anni si sono visti mancare gli studenti e questo prima ancora che la crisi abbattesse la sua scure sull’economia della città.
Così, oggi gli stranieri studiano all’edificio lineare, si ritrovano e spendono nel centro commerciale, abitano nelle case vicino a viale Mazzini e viale Sardegna. Lo stesso è stato fatto per i plessi universitari, decentrati in maggior parte, spostando le relative economie nei pressi delle stesse strutture.
Così le vie del centro si sono popolate di pizzerie, osterie, ristoranti e negozi di “ninnoli”, rispondendo all’offerta dei turisti mordi e fuggi. E’ stata la politica dei locali, degli amministratori ha scacciato i suoi stessi concittadini dalle “lastre senesi”.
A questo punto vorrei capire come si fanno questo tipo di classifiche sulla vivibilità. Un ultimo dato: la notizia è apparsa proprio oggi, quando ci sono le deposizioni, quelle “pesanti” sull’inchiesta Mps. Qualcuno ha anche detto che il sistema Siena è ormai finito, forse, ma non del tutto.