"Non c'è stato modo di spiegare bene che la tanto citata crisi qui non l'ha portata il vento ma i peccati capitali dei suoi amministratori"
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SIENA. Le dichiarazioni a caldo del prof. Sacco, ripetute poi in serata in una diretta televisiva locale, sono sconcertanti. Il tono ricattatorio verso chi dovrà decidere è inaccettabile e gli scenari apocalittici da lui prospettati sono falsi e possono preoccupare solo chi, grazie al sempre vivo “sistema Siena”, continua a godere di posizioni egemoniche. Sono toni da predicatore “dugentesco”, che evoca diavoli e carestie, quelli che la commissione europea ed i cittadini vogliono ascoltare? Direi di no, a meno che il prof. Sacco non si sia immedesimato, per adiacenza al Valentini, in un ruolo da festa medievale: il predicatore di sventure.
Da unico rappresentante, esterno al blocco di potere PD, invitato al colloquio con i giudici europei ( gli altri erano enti o Istituzioni che per loro natura non potevano esprimere un giudizio politico), ho avuto solo due minuti scarsi per esprimere un punto di vista alternativo a quello preparato dall’estabilisment. Nessuna voglia di boicottare il progetto ( le mie parole ne sono la prova), anzi appoggio completo, ma di tempo e spazio per raccontare una storia non ufficiale non ne abbiamo proprio avuto. Una regia impeccabile da questo punto di vista. Tutto questo suona fesso e i commissari, che sicuramente sono abituati a scenografie nord-coreane nelle città candidate ( del tipo : qui siamo tutti d’accordo e felici !), hanno avuto una prova negativa da Siena.
Non c’è stato modo, con una o più voci, di spiegare bene che la tanto citata crisi qui non l’ha portata il vento ma i peccati capitali dei suoi amministratori (tanto per continuare da predicatore anch’io) eppoi, in che modo era rappresentato un punto di vista alternativo o , perchè no, addirittura contrario sulla candidatura? Sarebbe stata una prova di grande trasparenza, una trasparenza che manca e di cui avremmo dovuto dar mostra, più che le altre candidate.
Male, molto male perchè, pur comprendendo la tensione del nostro “Capitano” alla fine di una giornata pesante e organizzata con “perfezione di dettaglio”, non vediamo, nella eventuale mancata vittoria, nessun motivo di preoccupazione, tantomeno per la tenuta sociale della città. Semmai ci potremo aspettare di veder compiuti i disagi sociali ed economici, naturali consequenze del disastro confezionato dalla aggrovigliata Siena , quella del PD e dei suoi mansueti alleati. Sicuramente si potrà parlare di una ennesima grande occasione perduta ma sullo scenario paventato di sangue e rivolta nihilista paventato da Sacco, ci viene da ridere. Senza troppe lagne il dramma sarà di chi, senza mestiere se non quello della politica, pacificamente e democraticamente verrà finalmente rimandato a casa .
In genere dopo periodi di controllo sociale e politico o di “democrazie per il popolo” la cultura rifiorisce: ne sono esempio la Spagna post franchista, parte dell’est europeo e alcuni paesi liberati dell’ America latina: Siena potrà comunque rivendicare, dopo essere rifiorita, il ruolo di Capitale Culturale che le spetta, senza tante fandonie. Per ora diciamo semplicemente che se l’Europa non ci concede il titolo è perchè la città non abbiamo dato prova di meritarlo.