La conferenza stampa di Spinelli e Bambagioni
FIRENZE. Circa cinquanta lavoratori a rischio e un lungo lavoro di ricerca sulle malattie rare che rischia di essere cancellato. Si è svolta questa mattina, alla presenza dei consiglieri regionali Paolo Bambagioni e Marco Spinelli (PD) e dei rappresentanti sindacali di lavoratori e ricercatori, la conferenza stampa in Regione per fare il punto sulla situazione della Siena Biotech e individuare possibili strategie, necessità resa ancora più stringente dopo che, notizia di questa mattina, è stata accolta la domanda di procedura fallimentare.
La società, che dal 2000 fa ricerca scientifica nel campo delle cure farmacologiche per pazienti affetti da malattie neurodegenerative e rare, in particolare il morbo di Huntington, da qualche mese era infatti a forte rischio chiusura dopo che il suo azionista unico, Monte dei Paschi di Siena, aveva deciso di cessare i finanziamenti, con la conseguenza della messa in liquidazione della società e il licenziamento dei circa cinquanta dipendenti, tra chimici, biologi ed altro personale, che da febbraio hanno occupato la sede del centro ricerche.
I sindacati avevano già incontrato, a inizio marzo, una delegazione della commissione Emergenza occupazionale del Consiglio toscano, per portare all’attenzione non solo il tema dei posti di lavoro ma anche quello della dispersione del patrimonio scientifico e del lavoro di ricerca finora svolto. La commissione ha presentato in Consiglio regionale una mozione di sostegno a favore dei ricercatori della Siena Biotech. Approvata all’unanimità il 17 marzo scorso, la mozione fissa l’impegno della Regione ad utilizzare i fondi disponibili sul Fondo sociale europeo per continuare l’attività di ricerca di Siena Biotech e salvaguardare l’occupazione.
Paolo Bambagioni, lo scorso gennaio ha presentato in Consiglio Regionale una mozione sul morbo di Huntington che prevede l’impegno della Regione alla formazione e all’aggiornamento di medici, operatori sanitari e sociali sulla complessa sintomatologia delle malattie rare, con specifico riferimento alla malattia di Huntington. L’obiettivo è quello di “evitare ritardi nella diagnosi e nella presa in carico dei pazienti”, ma è allo studio la possibilità di inserire i 192 pazienti toscani affetti da Huntington, nel percorso assistenziale dei malati di Parkinson.
«Quella della Biotech – ha detto Marco Spinelli – è un caso che si colloca nel quadro delle difficoltà che hanno interessato il territorio di Siena in seguito alla vicenda del Monte dei Paschi. L’importante è agire nel minor tempo possibile, individuando un percorso capace di tutelare il futuro dei lavoratori e salvaguardare il patrimonio di un’eccellenza come la Biotech, che rappresenta una possibilità di sviluppo non solo per Siena ma per tutta la Toscana».
«Il tema delle malattie rare è fondamentale – ha detto Paolo Bambagioni – e appoggiare concretamente la ricerca è un dovere di tutti. Nel caso della Siena Biotech l’obiettivo è tutelare il valore umano e scientifico dei ricercatori e il loro contributo, importantissimo in particolare per i 6mila italiani affetti dalla Corea di Huntington, una malattia per la quale ad oggi non esistono cure e su cui l’istituto sta lavorando da oltre dieci anni con risultati apprezzabili a livello internazionale. Ribadisco la mia convinzione che bisogna puntare a creare una sanità di qualità e non di quantità che sia vicina anche a quei malati che per il sistema sanitario e farmaceutico rappresentano un piccolo numero».
«La mozione presentata in consiglio regionale – ha commentato Michele Midollini, rappresentante della rsu di Biotech – è uno dei pochi atti concreti che sono stati fatti finora a sostegno della società. Dal momento che è stata comunicata la volontà di liquidare la società ci siamo mossi per salvare la situazione lavorativa, ma soprattutto il lavoro di ricerca fatto finora. Quello che preme sottolineare è che se c’è la possibilità di fare una proposta concreta questa va fatta a breve, perché nel giro di una ventina di giorni potremmo essere tutti licenziati».
«Ad oggi non c’è stata nessuna manifestazione di interesse per la società – commenta Marco Goracci, segretario del settore chimico-farmaceuto della Cgil di Siena – ma non disperiamo, anche grazie all’intervento della Regione, di poter entrare in contatto con aziende che operano nel campo della ricerca, interessate a rilevare il patrimonio umano e scientifico della Biotech. I lavoratori continueranno quindi a portare avanti le loro istanze, per trovare uno sbocco occupazionale e per salvare la ricerca».