SIENA. Il 10 febbraio, in base ad una legge dell’allora governo Berlusconi del 2004, è stato definito giorno del ricordo dell’esodo degli italiani dell’Istria e della Dalmazia e delle Foibe. Assistiamo, ormai da qualche anno, ad una vasta operazione propagandistica e di menzogne che parla delle foibe come una strage indiscriminata di civili italiani avvenuta nel ’45 nel territorio della Venezia Giulia ad opera dei comunisti jugoslavi. Questa altro non è stata che la giusta punizione di elementi che avevano, a vario modo, operato al servizio di SS e fascisti. I “martiri” delle foibe, che oggi il governo vuole farci onorare, erano per la quasi totalità collaborazionisti dei nazifascisti, macchiatisi dei peggiori crimini e atrocità durante la guerra e durante il ventennio, e per questo giustiziati da formazioni partigiane o dalle masse popolari stesse.
Con la giornata del 10 febbraio si istituzionalizza la mitologia di una popolazione italiana cacciata dalla sua terra, quando in realtà i territori dell’Istria e della Dalmazia, che con la Prima Guerra Mondiale l’Italia aveva occupato militarmente, non erano mai stati abitati da popolazioni italiane, se non in minima parte. Dagli anni ’20 il fascismo pianificò e scatenò una violenta campagna volta ad imporre forzatamente l’ “italianità” alla popolazione jugoslava. Quando si parla degli esuli italiani dell’Istria e della Dalmazia non si deve dimenticare che gran parte di questi erano stati impiantati in quei territori artificialmente dal fascismo e spesso del regime erano stati collaboratori attivi. I fascisti da sempre hanno cercato di far passare la tesi dello scontro tra italiani e jugoslavi; in realtà nella Venezia Giulia vi è stata una resistenza forte e radicata in cui le formazioni partigiane jugoslave e italiane operavano congiuntamente contro i nazifascisti (italiani, tedeschi e jugoslavi). La celebrazione menzognera delle foibe cui stiamo assistendo si inquadra in una più ampia campagna di denigrazione della resistenza: la classe dominante (oggi rappresentata dal governo Renzi) promuove il revisionismo storico nelle scuole, nelle università, mette in piedi enormi operazioni di intossicazione e manipolazione dell’opinione e delle coscienze. Ne consegue che il principale nemico, in questa lotta, è l’intellettuale asservito alla manipolazione della storia, è il consigliere comunale che asseconda lo sporco teatrino partecipando a questa o quella commemorazione è l’attuale governo che, in linea con i suo predecessori, promuove la celebrazione della giornata della falsità.
All’operazione portata avanti dalla classe dominante, si unisce l’azione di groppuscoli neofascisti il cui compito, oggi più che mai, è quello di promuovere e fomentare nelle nostre strade, nei nostri quartieri, suoi posti di lavoro e nelle scuole, la mobilitazione reazionaria, quella guerra tra poveri promossa dalle politiche di lacrime e sangue che il governo ci impone: sono servi, galoppini di quel potere che fingono di contestare!
Sabato 7 febbraio a Siena si svolgerà una parata promossa da gruppi di estrema destra quali Fratelli d’Italia, Casaggi Valdichiana, Gioventù Nazionale, per ricordare i “martiri delle foibe” ossia quei criminali che durante i primi anni della seconda grande guerra mondiale sterminarono oltre 50000 sloveni, e più di 12000 civili italiani, fucilati e trucidati.
Tutte quelle amministrazioni locali, come quella di Siena, che permettono a questi fascisti di sfilare e portare la loro cultura di odio, si macchiano del crimine di rivalutare il fascismo e screditare la lotta partigiana.
Criminali sono i fascisti ma ancora di più chi li appoggia, chi consente loro agibilità, chi diffonde nelle nostre scuole e nelle nostre università una storia revisionata, falsa e deviante!
Nostro compito è promuovere una cultura popolare che racconti gli eventi storici per come si sono verificati, nostro compito è combattere le prove di fascismo nelle nostre città, combatterlo promuovendo i valori delle resistenza partigiana e raccogliendo l’eredità che essa ci ha lasciato: costruire una società diversa, dove nessuno sia o si sente un esubero, dove ognuno trovi il proprio posto.
Lanciamo l’appello quindi a tutta la cittadinanza attiva, ai sinceri democratici, agli antifascisti, a chi si rivede nella storia del nostro Paese scritta dalla gloriosa Resistenza Partigiana, ad aderire al presidio che si terrà questo sabato, 7 febbraio dalle ore 17.00 presso lo slargo della Madonna delle Nevi (vicino piazza delle Poste), e a partecipare e mettere in campo future iniziative di collaborazione al fine promuovere una cultura popolare, nuova e antifascista che metta al centro i valori democratici per cui i nostri padri hanno dato la vita; a promuovere una storia raccontata oltre il velo di revisionismo e menzogne che ci propinano nelle scuole e nelle università!
Siena Antifascista