Intervento della Guardia di Finanza su segnalazione del Consorzio
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SIENA. (a. m.) La Guardia di Finanza di Siena ha sequestrato oltre 160mila litri di vino (oltre 220mila bottiglie tra Brunello di Montalcino e Rosso di Montalcino) in un’operazione congiunta con il Consorzio del vino Brunello di Montalcino. Secondo gli investigatori è stata manipolata l’intera filiera del famoso vino. Il valore del prodotto sequestrato è di un milione di euro.
Un consulente è stato denunciato per frode in commercio, accesso abusivo a un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso. Secondo le accuse, l’uomo, coadiuvato da collaboratori a vario titolo e con diverse funzioni nell’ambito dell’intera filiera, sarebbe riuscito a commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualità.
Su segnalazione del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, la procura della Repubblica e la Guardia di Finanza senesi hanno scoperto una clamorosa frode a danno dell’immagine di una delle Docg nazionali piu’ famose. Il consulente tecnico di svariate aziende agricole produttrici, rimaste vittime della frode, abusando del rapporto lavorativo in essere e della fiducia confinatagli anche in virtù di dimostrate elevate capacità professionali, si era impossessato di documentazione e di materiale genuino attestante la docg (contrassegni di Stato, documenti di trasporto, fatture etc.) e ne aveva riprodotti di falsi.
I documenti contabili gli consentivano di accompagnare partite di uva e di vino comune – acquistate, presumibilmente in nero – che vendeva alle cantine durante la fase della vendemmia e dell’invecchiamento, mentre i contrassegni gli avrebbero permesso, invece, di “vestire” da Brunello – in modo perfetto e impossibile da scoprire – bottiglie di qualunque vino rosso. Una parte del prodotto sequestrato era ancora nella fase dell’invecchiamento in botte: in quei casi l’acquirente avrebbe conservato per anni quel prodotto convinto di ottenere, alla fine del ciclo previsto dal disciplinare, un prodotto eccellente.
L’uomo è riuscito perfino ad inserire dati falsati nella banca dati dell’Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura, creando perfetta corrispondenza tra la documentazione amministrativa dalsa ed i dati telematici consultabili dagli organi di controllo. Dalle indagini, delegate dal sostituto procuratore Aldo Natalini al Bucleo di Polizia tributaria, è emerso in effetti che il truffatore aveva eseguito ripetuti accessi telematici al sistema informatico Artea, falsificando i dati delle dichiarazioni di produzione delle vendemmie, delle giacenze contabili e delle cessioni di vino sfuso.
Le indagini delle Fiamme Gialle, svolte con la collaborazione del personale dell’Ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche Agricole, sono partite in seguito ad una segnalazione da parte del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, il quale, anche attraverso l’Ente di certificazione Valoritalia Srl, ha fornito agli inquirenti costante collaborazione.
Le investigazioni finora svolte hanno consentito di rinvenire, a seguito di numerose perquisizioni, e sottoporre a sequestro probatorio 165.467 litri di vino – pari a circa 220.600 bottiglie del formato da 0,75 cl., di cui litri 75.620 di Brunello di Montalcino e litri 89.847 di Rosso di Montalcino, per un valore di almeno un milione di euro, ed inoltre di 2.350 contrassegni di Stato e documentazione e materiale contraffatto. Le particolari abilità informatiche del “truffatore seriale” gli hanno consentito anche di introdursi nel sistema “home banking” personale di due imprenditori, tentando di trasferire a suo nome fondi su istituti di credito esteri e di impossessarsi, con operazioni di sportello, di ben 350mila euro dai conti correnti di uno di essi.
L’uomo, su richiesta dwl pm Natalini e su disposizione del gip di Siena, confermata dal tribunale del riesame di Firenze, è sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Montalcino. Inoltre, nei suoi confronti è stato disposto il sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie acquisite grazie alle truffe perpetrate, fino alla concorrenza di 350mila euro a titolo di profitto del reato ad oggi provvisoriamente quantificato.
Un consulente è stato denunciato per frode in commercio, accesso abusivo a un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso. Secondo le accuse, l’uomo, coadiuvato da collaboratori a vario titolo e con diverse funzioni nell’ambito dell’intera filiera, sarebbe riuscito a commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualità.
Su segnalazione del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, la procura della Repubblica e la Guardia di Finanza senesi hanno scoperto una clamorosa frode a danno dell’immagine di una delle Docg nazionali piu’ famose. Il consulente tecnico di svariate aziende agricole produttrici, rimaste vittime della frode, abusando del rapporto lavorativo in essere e della fiducia confinatagli anche in virtù di dimostrate elevate capacità professionali, si era impossessato di documentazione e di materiale genuino attestante la docg (contrassegni di Stato, documenti di trasporto, fatture etc.) e ne aveva riprodotti di falsi.
I documenti contabili gli consentivano di accompagnare partite di uva e di vino comune – acquistate, presumibilmente in nero – che vendeva alle cantine durante la fase della vendemmia e dell’invecchiamento, mentre i contrassegni gli avrebbero permesso, invece, di “vestire” da Brunello – in modo perfetto e impossibile da scoprire – bottiglie di qualunque vino rosso. Una parte del prodotto sequestrato era ancora nella fase dell’invecchiamento in botte: in quei casi l’acquirente avrebbe conservato per anni quel prodotto convinto di ottenere, alla fine del ciclo previsto dal disciplinare, un prodotto eccellente.
L’uomo è riuscito perfino ad inserire dati falsati nella banca dati dell’Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura, creando perfetta corrispondenza tra la documentazione amministrativa dalsa ed i dati telematici consultabili dagli organi di controllo. Dalle indagini, delegate dal sostituto procuratore Aldo Natalini al Bucleo di Polizia tributaria, è emerso in effetti che il truffatore aveva eseguito ripetuti accessi telematici al sistema informatico Artea, falsificando i dati delle dichiarazioni di produzione delle vendemmie, delle giacenze contabili e delle cessioni di vino sfuso.
Le indagini delle Fiamme Gialle, svolte con la collaborazione del personale dell’Ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche Agricole, sono partite in seguito ad una segnalazione da parte del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, il quale, anche attraverso l’Ente di certificazione Valoritalia Srl, ha fornito agli inquirenti costante collaborazione.
Le investigazioni finora svolte hanno consentito di rinvenire, a seguito di numerose perquisizioni, e sottoporre a sequestro probatorio 165.467 litri di vino – pari a circa 220.600 bottiglie del formato da 0,75 cl., di cui litri 75.620 di Brunello di Montalcino e litri 89.847 di Rosso di Montalcino, per un valore di almeno un milione di euro, ed inoltre di 2.350 contrassegni di Stato e documentazione e materiale contraffatto. Le particolari abilità informatiche del “truffatore seriale” gli hanno consentito anche di introdursi nel sistema “home banking” personale di due imprenditori, tentando di trasferire a suo nome fondi su istituti di credito esteri e di impossessarsi, con operazioni di sportello, di ben 350mila euro dai conti correnti di uno di essi.
L’uomo, su richiesta dwl pm Natalini e su disposizione del gip di Siena, confermata dal tribunale del riesame di Firenze, è sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Montalcino. Inoltre, nei suoi confronti è stato disposto il sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie acquisite grazie alle truffe perpetrate, fino alla concorrenza di 350mila euro a titolo di profitto del reato ad oggi provvisoriamente quantificato.