Perchè non risulta nessuna delibera di giunta o atto ad hoc
SIENA. Abbiamo appreso, non senza preoccupazione- così inizia il comunicato di Sinistra Ecologia Libertà-, che il Comune di Siena ed il Magistrato delle Contrade hanno deciso di avviare un percorso di valorizzazione del patrimonio storico artistico delle Contrade affidando l’organizzazione a Opera Civita.
Vogliamo fin da subito precisare che non è nostra intenzione entrare nel merito di decisioni che spettano solo ai popoli delle nostre contrade, anche se ci duole constatare che ad oggi, nonostante che il progetto sia già stato presentato e pubblicizzato, ai contradaioli non sia stata data la possibilità di esprimersi nelle assemblee se non, appunto ex post, ma vista l’importanza dell’argomento non possiamo restare in silenzio. Intanto vorremmo sapere perché, considerato il coinvolgimento del Comune per tramite dell’assessorato al Turismo, non risulta essere stata emessa una delibera di Giunta o un qualsiasi atto ad hoc, che affidasse formalmente l’organizzazione ad Opera Civita precisando gli oneri a carico delle parti (a meno che non rientri tutto nel capitolato di appalto del museo civico e torre del Mangia, ma non ci sembra essere questo il caso di specie).
Allora -continua Sel- di cosa si tratta? Opera Civita è ancora un’azienda appaltatrice del Comune oppure è diventata la sede distaccata dell’assessorato alla cultura? O forse, ad insaputa dei cittadini, è stata trasformata in una società strumentale del Comune di Siena? Oppure è il contrario? È il Comune che è strumentale al raggiungimento degli obiettivi di questa società? Il dubbio è legittimo perché nonostante che in un comunicato -prosegue la nota di Sinistra Ecologia Libertà- si legga che “non è una operazione a fini di lucro né per il Comune, né per le Contrade, né per Opera” ogni biglietto costa 18 euro (pagano persino i residenti, se poi sono contradaioli pagano due volte: come protettori e come contribuenti del Comune), di cui 10 euro (il 56% del totale) vanno alla società organizzatrice che apprendiamo appunto dal comunicato essere diventata un’organizzazione filantropica. Forse sarebbe il caso di avviare una seria riflessione sulle politiche culturali e attrattive cittadine e sulle ricadute delle stesse sul tessuto sociale, sia dal punto di vista più propriamente culturale (anima e sangue di ogni popolo) che di ritorno economico. In tutti e due i casi riteniamo imprescindibile che al centro dell’attività di un’amministrazione comunale debba stare ben saldo l’interesse collettivo e non lasciare il dubbio che questo possa essere messo alla pari con altri fini. In ultimo un appello rivolto a tutti i senesi: ricordiamoci quello che siamo e chi siamo stati, non lasciamo che questi tempi di crisi ci rendano mercanti di noi stessi, non facciamo come certe famiglie di nobile schiatta che, ridotte in povertà, affittano ad ore ai nuovi ricchi parte dei loro antichi palazzi. Non lasciamoci irretire da una certa retorica d’accatto che vuole assimilare il nostro patrimonio, ad un pozzo di petrolio. L’orgoglio civico e la progettualità possono coesistere: abbiamo giovani validi e l’università può e deve dare un contributo, ma facciamolo noi, non affidiamo a nessuno, se non a noi stessi appunto, il futuro della città. Fosse anche per pochi giorni all’anno.
Il Coordinamento di Sinistra Ecologia Libertà Siena