Il racconto vivo di Roberta tra le ragazze del 13 Febbraio
SIENA. Io e la mia amica Simonetta arriviamo di corsa durante i saluti del sindaco Ceccuzzi. All’uscita del parcheggio già alcune ragazze di Bologna ci hanno chiesto indicazioni per raggiungere il prato di Sant’Agostino, che a quell’ora, intorno alle 12, è già pieno. Tutte hanno cercato di evitare gli spazi assolati e ci si pigia strette all’ombra. Si respira subito un’aria di collaborazione, ci si stringe e si fa spazio, il sorriso di una vicina sconosciuta accompagna il mio stendere a terra un telo da mare ai suoi piedi, quel migliaio e oltre di sedie non riesce ad accogliere tutte.
Gli interventi del mattino sono quelli ufficiali previsti dal programma, si riparte dal collegamento forte e diretto con le manifestazioni del 13 febbraio per parlare – con video e voci – del concetto del corpo delle donne e del lavoro delle donne, e della necessità di una maggiore rappresentanza femminile nelle stanze dei bottoni. C’è freschezza e voglia di fare, mi guardo in giro e vedo facce attente e sorridenti, infradito e tacchi alti, capelli bianchi e capelli tinti, ragazze tante e madri tantissime. Mi appunto qua e là alcune frasi che mi colpiscono : “nonostante tutto le donne continuano a non votare le donne”, “le donne italiane hanno convocato il paese”, “non è smettendo di avere figli che avremo più lavoro, ma non è neanche smettendo di lavorare che faremo più figli”. Sì, perchè i dati snocciolati da Linda Sabbadini, direttrice dell’Istat, sono impressionanti: 800mila madri licenziate in seguito alla gravidanza, di queste solo 4 su 10 riprendono l’attività.
Dopo una pausa pranzo organizzata con panini e frutta, i lavori riprendono alle 15, il caldo è quasi insopportabile e il sole avanza anche nei posti che al mattino erano all’ombra, prosegue comunque la collaborazione, noto un rispetto gentile verso le più anziane. Durante la pausa la segreteria organizzativa ha selezionato tutte le proposte di chi si è iscritto al dibattito, di chi vuol dire la sua dal palco. Le iscrizioni ricevute sono troppe in rapporto al tempo a disposizione per cui si è data la priorità a chi parla a nome di un comitato o di una associazione e non solo a nome proprio. Per tutti gli altri è a disposizione una web cam che raccoglie le proposte o le riflessioni che poi andranno sul blog del movimento.
Gli interventi su susseguono a ritmo serrato, 3 minuti ciascuno, e sono 3 minuti per tutti, anzi, tutte. Che tu sia la portavoce del movimento nella Locride, piuttosto che in Alto Adige, che tu sia la parlamentare, o la presidente di partito. E’ secondo me la parte più interessante della giornata, c’è una pluralita di idee che è confronto e a volte pure velato scontro, denunce e proposte. Ci sono applausi per tutte ma anche alcuni fischi per quelle che contano: la Bindi di certo in buona fede parla di portare il PD dentro questo movimento e la platea non gradisce, la Camusso infiamma per due minuti ma viene anche duramente contestata per l’accordo appena firmato con Confindustria, la Bongiorno si mette la giacca per salire sul palco con il sole a picco per usare con noi, dice, lo stesso rispetto che userebbe in una aula di tribunale o al Parlamento ma sinceramente è un po’ anacronistica; la Perina benchè ottenga l’approvazione di una platea forse più orientata a sinistra non si riesce letteralmente a buttarla giù dal palco e la Turco viene contestata da qualcuno per il mancato appoggio all’abolizione delle province. Di tre minuti in tre minuti si arriva alle 19.30 e una cena, stavolta degna di questo nome, ci attende sotto le logge di piazza del Mercato, ma prima un flash – mob (ma che è un flash-mob? In tante a chiederselo per tutto il giorno…), ci ha portato in piazza del Campo, per un minuto di silenzio seguito da tante bolle di sapone soffiate in aria come sogni appena espressi. Alle 10 Piazza Sant’Agostino era di nuovo piena, tutte e tutti in attesa della festa finale con Lunetta Savino che ci ha deliziato con brani tratti dai “Monologhi della vagina”, l’ironia trascinante di un quartetto d’archi tutto al femminile, e il finale con Teresa de Sio.
E’ vero, si è aspettato molto prima dell’inizio e lo spettacolo è durato un’oretta fra sì e no, ma gli artisti erano tutti venuti a titolo gratuito e di questi tempi non è poco… Chi vuole balla ancora un po’ su musica registrata, i più se ne vanno, è quasi mezzanotte e domattina si riparte. L’appuntamento è ancora qui in piazza Sant’Agostino, c’è da tirare le conclusioni.