di Augusto Mattioli
SIENA. “Cinque direttori generale in tredici anni. Vorrà dire pure qualcosa? O no?.” L’assemblea permanente del policlinico delle Scotte, che aveva preso una netta posizione dopo la decisione di sostituire Carlo Rinaldo Tomassini con Paolo Morello, stamattina ha fatto, per bocca di alcuni suoi rappresentanti (Antonella Buscalferri, Osvaldo Pede, Pasquale D’Onofrio, Letizia Maestrini), una serie di puntualizzazioni su come avvengono le decisioni che riguardano le Scotte, a partire dai criteri di scelta dei vertici.
Il nuovo direttore generale Morello non viene personalmente contestato. “La nostra non è un’azione contro di lui – hanno puntualizzato i quattro –, anzi, è anche una tutela della dirigenze da intromissioni di gruppi di potere che agiscono nell’ombra. Il punto è che questo avvicendamento non c’è stata trasparenza. Non lo abbiamo visto. Richiamare questo aspetto è un’esigenza di democrazia. Una scelta che è stata opaca, incomprensibile, irrazionale. Perché cambiare direzione ogni tre anni?”.
Ci tengono i quattro rappresentanti dell’assemblea permanente a non far sembrare la loro presa posizione come un attacco al nuovo direttore generale. Una presa di posizione comunque forte. Visto che loro hanno dietro seicento persone che hanno firmato il manifesto, nel quale si denunciano “tutte quelle pratiche che hanno trasformato il nostro ospedale da luogo in cui si esercita il diritto costituzionale alla salute, in luogo di scontro tra gruppi di potere”. Firme che sono il segno di un forte malessere avvertito da chi non accetta questo modo di vedere la sanità e la vorrebbe a misura di malato, e che sono state consegnate al nuovo direttore generale. Parole chiare, certo, anche se bisognerebbe sapere quali sono questi gruppi che hanno la forza per "far fuori" un direttore generale dietro l’altro.
In ogni caso Morello dovrà avere tempo per capire come funzionano le Scotte e intervenire su ciò che non va. Il suo incarico comunque dovrebbe durare cinque anni e non tre. Una regola gradita all’assemblea permanente che è stata cambiata perche in effetti tre anni sono pochi per portare avanti un programma che possa rendere efficiente il lavoro nel policlinico. Viene chiesto dunque un modo di lavorare che sia libero da impedimenti che niente hanno a che fare con la cura delle persone. Tutte le persone, compresi anche gli stranieri irregolari. Contro i quali nessuna "spiata" sarà fatta.
SIENA. “Cinque direttori generale in tredici anni. Vorrà dire pure qualcosa? O no?.” L’assemblea permanente del policlinico delle Scotte, che aveva preso una netta posizione dopo la decisione di sostituire Carlo Rinaldo Tomassini con Paolo Morello, stamattina ha fatto, per bocca di alcuni suoi rappresentanti (Antonella Buscalferri, Osvaldo Pede, Pasquale D’Onofrio, Letizia Maestrini), una serie di puntualizzazioni su come avvengono le decisioni che riguardano le Scotte, a partire dai criteri di scelta dei vertici.
Il nuovo direttore generale Morello non viene personalmente contestato. “La nostra non è un’azione contro di lui – hanno puntualizzato i quattro –, anzi, è anche una tutela della dirigenze da intromissioni di gruppi di potere che agiscono nell’ombra. Il punto è che questo avvicendamento non c’è stata trasparenza. Non lo abbiamo visto. Richiamare questo aspetto è un’esigenza di democrazia. Una scelta che è stata opaca, incomprensibile, irrazionale. Perché cambiare direzione ogni tre anni?”.
Ci tengono i quattro rappresentanti dell’assemblea permanente a non far sembrare la loro presa posizione come un attacco al nuovo direttore generale. Una presa di posizione comunque forte. Visto che loro hanno dietro seicento persone che hanno firmato il manifesto, nel quale si denunciano “tutte quelle pratiche che hanno trasformato il nostro ospedale da luogo in cui si esercita il diritto costituzionale alla salute, in luogo di scontro tra gruppi di potere”. Firme che sono il segno di un forte malessere avvertito da chi non accetta questo modo di vedere la sanità e la vorrebbe a misura di malato, e che sono state consegnate al nuovo direttore generale. Parole chiare, certo, anche se bisognerebbe sapere quali sono questi gruppi che hanno la forza per "far fuori" un direttore generale dietro l’altro.
In ogni caso Morello dovrà avere tempo per capire come funzionano le Scotte e intervenire su ciò che non va. Il suo incarico comunque dovrebbe durare cinque anni e non tre. Una regola gradita all’assemblea permanente che è stata cambiata perche in effetti tre anni sono pochi per portare avanti un programma che possa rendere efficiente il lavoro nel policlinico. Viene chiesto dunque un modo di lavorare che sia libero da impedimenti che niente hanno a che fare con la cura delle persone. Tutte le persone, compresi anche gli stranieri irregolari. Contro i quali nessuna "spiata" sarà fatta.