di Augusto Mattioli
SIENA. Il 18 marzo la Cgil scende in sciopero con la politica scolastica del governo. Una politica che secondo il sindacato dequalifica e indebolisce con tagli e scelte la scuola statale pubblica. Per cui, secondo Gabriele Marini, segretario provinciale della Federazione lavoratori della conoscenza, lo sciopero che riguarda tutto il settore dell’istruzione, dalla primaria all’università, è sacrosanto. Non ci saranno Cisl e Uil che si dicono in mobilitazione (ma non si capisce bene in che modo), ci sarà invece il sindacato Gilda.
“Tutti i provvedimenti sulla scuola – ha detto Marini questa mattina presentando la giornata di sciopero – devono essere ritirati”. La situazione complessiva dell’intero sistema dell’istruzione pubblica appare in difficoltà. In particolare riguardo l’ occupazione in provincia di Siena secondo le stime di Marini, ci saranno trecento posti di lavoro in meno, tra docenti, e personale amministrativo e no. Una diminuzione che riguarda tutti gli ordini di scuole. E il taglio dei collaboratori amministrativi può causare anche problemi alla funzionalità delle scuole. I primi ad essere tagliati saranno dunque i precari che nel mondo della scuola abbondano. Basti pensare che c’ è chi lo è anche da quindici anni. Soprattutto insegnanti di discipline economiche e di educazione fisica. Marini ha sottolineato comunque, in relazione alle richieste delle famiglie dei bambini che andranno alla scuola primaria, che in provincia di Siena la politica dell ministro dell’istruzione dGelmini è stata bocciata. Le varie offerte formative prevedevano una scuola a 24 ore alla settimana con il maestro unico per sei giorni, 27 ore con due rientri pomeridiani,30 ore con tre rientri, 40 ore di tempo pieno. Nessuno ha scelto la prima opzione, in un paio di scuole (in torale quelle senesi sono 40), 27 ore, mentre la maggior parte di richieste ha riguardato le opzioni 30 ore e tempo pieno.
Il problema che il ministro dovrà risolvere secondo Marini è quello degli organici “per garantire la tenuta dell’organizzazione didattica”.
SIENA. Il 18 marzo la Cgil scende in sciopero con la politica scolastica del governo. Una politica che secondo il sindacato dequalifica e indebolisce con tagli e scelte la scuola statale pubblica. Per cui, secondo Gabriele Marini, segretario provinciale della Federazione lavoratori della conoscenza, lo sciopero che riguarda tutto il settore dell’istruzione, dalla primaria all’università, è sacrosanto. Non ci saranno Cisl e Uil che si dicono in mobilitazione (ma non si capisce bene in che modo), ci sarà invece il sindacato Gilda.
“Tutti i provvedimenti sulla scuola – ha detto Marini questa mattina presentando la giornata di sciopero – devono essere ritirati”. La situazione complessiva dell’intero sistema dell’istruzione pubblica appare in difficoltà. In particolare riguardo l’ occupazione in provincia di Siena secondo le stime di Marini, ci saranno trecento posti di lavoro in meno, tra docenti, e personale amministrativo e no. Una diminuzione che riguarda tutti gli ordini di scuole. E il taglio dei collaboratori amministrativi può causare anche problemi alla funzionalità delle scuole. I primi ad essere tagliati saranno dunque i precari che nel mondo della scuola abbondano. Basti pensare che c’ è chi lo è anche da quindici anni. Soprattutto insegnanti di discipline economiche e di educazione fisica. Marini ha sottolineato comunque, in relazione alle richieste delle famiglie dei bambini che andranno alla scuola primaria, che in provincia di Siena la politica dell ministro dell’istruzione dGelmini è stata bocciata. Le varie offerte formative prevedevano una scuola a 24 ore alla settimana con il maestro unico per sei giorni, 27 ore con due rientri pomeridiani,30 ore con tre rientri, 40 ore di tempo pieno. Nessuno ha scelto la prima opzione, in un paio di scuole (in torale quelle senesi sono 40), 27 ore, mentre la maggior parte di richieste ha riguardato le opzioni 30 ore e tempo pieno.
Il problema che il ministro dovrà risolvere secondo Marini è quello degli organici “per garantire la tenuta dell’organizzazione didattica”.