A parlare è Michele Petrini, presidente provinciale Faib
SIENA. “Perché facciamo sciopero? Perché le compagnie petrolifere hanno totalmente disatteso gli impegni assunti d’estate”. Così Michele Petrini, Presidente provinciale Faib, sintetizza il motivo dell’agitazione proclamata dalle sigle rappresentative dei gestori distribuzione carburante (Fegica e Figisc, oltre a Faib) che impedirà in tutta Italia il rifornimento alle pompe dalle ore 19 di martedì 11 alle 7 di venerdì 14 dicembre. “Già lo scorso agosto eravamo stati costretti a proclamare uno sciopero, revocato all’ultimo momento in virtù degli impegni assunti dalle compagnie di fronte alla mediazione del Governo. Parole rimaste sulla carta nei mesi a seguire, e quindi siamo costretti nuovamente ad incrociare le braccia”. Ma quali sono i punti gli impegni disattesi a cui i gestori si riferiscono? “Sono due – spiega Petrini – in primo luogo la ripresa delle trattative per il rinnovo degli accordi economici; i gestori si trovano da tempo a lavorare con contratti collettivi scaduti. Non bastasse, nei mesi scorsi le compagnie petrolifere hanno progressivamente disatteso anche i vecchi accordi, erodendo settimana dopo settimana i già datati margini di remunerazione per i gestori. Agli occhi del cittadino si è accentuata una battaglia sui prezzi del carburante il cui risvolto oscuro è stato la continua diminuzione del compenso per il gestori. Una mossa subdola, che ha puntato a far breccia su pochi singoli per trainare al ribasso le condizioni di partecipazione alle campagne promozionali da parte di tutti gli altri gestori”.
Nel verbale degli incontri estivi siglato da tutte le parti figurava un preciso impegno sulla “salvaguardia del margine del gestore”, ricorda la Faib: il mancato rispetto di questo impegno, unito al quadro generale sempre più critico ed al calo dei consumi di carburante, ha portato in questi mesi sempre più gestori verso una prospettiva fatale. “In 18 mesi – osserva Petrini – 1 gestore italiano su 5 ha chiuso l’attività, volontariamente o per fallimento. L’indebitamento complessivo della categoria verso le banche e Compagnie Petrolifere è salito a 300 milioni di euro. In provincia di Siena, in questo momento ci sono circa 300 lavoratori del settore che tremano per le loro sorti”. Molti di loro saranno a Roma mercoledì 12, in occasione della manifestazione nazionale programmata in concomitanza con lo sciopero. Nel frattempo, in ottemperanza alla normativa di settore, sul territorio senese i gestori garantiranno le aperture minime per il rifornimento dei servizi di pubblica utilità.