I lavoratori sono sul piede di guerra
SIENA. (r. r.) “Lo sciopero è pienamente riuscito; abbiamo raggiunto quasi il 100% di adesioni!” Questa la dichiarazione euforica presa a caldo di una dipendente della Banca Mps distaccata al Consorzio Operativo del Gruppo MPS, presente alla manifestazione che si è tenuta in Piazza Salimbeni a partire dalle ore 10,30. In precedenza, sin dalle ore 7,30, un nutrito gruppo di sindacalisti e dipendenti sempre del Consorzio, avevano stazionato con dei presidi di fronte ai tre ingressi della struttura situati in via Ricasoli, piazza Amendola e al posteggio di Via Pisacane. “Non chiamateli picchetti – sostiene un’attivista sindacale – sono dei presidi che abbiamo ritenuto opportuno organizzare assieme ai lavoratori di questa unità produttiva per dare ancora più visibilità alle nostre iniziative”.
Per come si sono svolte le cose, non possiamo che dare atto ai manifestanti di aver centrato in pieno l’obiettivo che l’azione aveva nel mirino: annullare lo spin-off riguardante la migrazione delle prime 100 filiali su 400 cessate dalla Banca. Una vittoria a tutto campo quindi dei lavoratori del Consorzio e dei sindacati che hanno indetto questa giornata di mobilitazione per sensibilizzare i vertici della Banca e l’intera cittadinanza su quello che sta accadendo in Rocca Salimbeni. Al centro della diatriba, la questione relativa alle “esternalizzazioni” a cui l’Azienda Mps vuole ricorrere come rappresentato nel Piano industriale. Le Organizzazioni sindacali da subito hanno rifiutato di trattare questo argomento, presentando alla Banca in sede di confronto e apposita procedura, proposte alternative che fino a oggi non hanno ottenuto l’effetto desiderato.
“Adesso non potranno fare finta di niente” dichiara un altro lavoratore che si è concesso, come tanti altri, a telecamere e macchine fotografiche dei cronisti accorsi sul luogo, con fischietto alla bocca, bandiera in mano, cartello di protesta nell’altra (presi di mira con battute piccanti soprattutto il presidente Profumo e l’ad Viola): “Quello di oggi è un chiaro segnale della nostra determinazione, e non siamo che all’inizio della lotta; se sarà necessario proseguiremo a oltranza”. Una lotta che non ha visto solo Siena sul “piede di guerra”, bensì anche le piazze di Firenze, Padova, Mantova, Lecce, Milano e Roma dove sono ubicati gli altri Poli; anche in questa realtà si è rasentato il massimo delle adesioni che hanno comportato la chiusura totale dei cancelli d’ingresso. Attimi di tensione si sono vissuti ieri mattina, poco dopo le 8,30 in via Ricasoli dove si è verificato l’interruzione del traffico che ha coinvolto parte di Siena nord e strada di Pescaia, a causa di un continuo attraversamento dei manifestanti sulle strisce pedonali che è durato per circa 30 minuti. Poi le forze dell’ordine hanno chiesto rinforzi, ma a quel punto il nutrito gruppo già stava muovendo verso Rocca Salimbeni.
Questo il commento di un passante: “I bancari di questa città così inferociti non li avevo mai visti; evidentemente hanno le loro buone ragioni per esprimere tutto questo dissenso”. Al termine del presidio, vicino al grande portone della Banca, sono stati lasciati i cartelli recanti vari slogan ed i nastri a lutto con i quali i manifestanti hanno sfilato per le vie del centro.
Per come si sono svolte le cose, non possiamo che dare atto ai manifestanti di aver centrato in pieno l’obiettivo che l’azione aveva nel mirino: annullare lo spin-off riguardante la migrazione delle prime 100 filiali su 400 cessate dalla Banca. Una vittoria a tutto campo quindi dei lavoratori del Consorzio e dei sindacati che hanno indetto questa giornata di mobilitazione per sensibilizzare i vertici della Banca e l’intera cittadinanza su quello che sta accadendo in Rocca Salimbeni. Al centro della diatriba, la questione relativa alle “esternalizzazioni” a cui l’Azienda Mps vuole ricorrere come rappresentato nel Piano industriale. Le Organizzazioni sindacali da subito hanno rifiutato di trattare questo argomento, presentando alla Banca in sede di confronto e apposita procedura, proposte alternative che fino a oggi non hanno ottenuto l’effetto desiderato.
“Adesso non potranno fare finta di niente” dichiara un altro lavoratore che si è concesso, come tanti altri, a telecamere e macchine fotografiche dei cronisti accorsi sul luogo, con fischietto alla bocca, bandiera in mano, cartello di protesta nell’altra (presi di mira con battute piccanti soprattutto il presidente Profumo e l’ad Viola): “Quello di oggi è un chiaro segnale della nostra determinazione, e non siamo che all’inizio della lotta; se sarà necessario proseguiremo a oltranza”. Una lotta che non ha visto solo Siena sul “piede di guerra”, bensì anche le piazze di Firenze, Padova, Mantova, Lecce, Milano e Roma dove sono ubicati gli altri Poli; anche in questa realtà si è rasentato il massimo delle adesioni che hanno comportato la chiusura totale dei cancelli d’ingresso. Attimi di tensione si sono vissuti ieri mattina, poco dopo le 8,30 in via Ricasoli dove si è verificato l’interruzione del traffico che ha coinvolto parte di Siena nord e strada di Pescaia, a causa di un continuo attraversamento dei manifestanti sulle strisce pedonali che è durato per circa 30 minuti. Poi le forze dell’ordine hanno chiesto rinforzi, ma a quel punto il nutrito gruppo già stava muovendo verso Rocca Salimbeni.
Questo il commento di un passante: “I bancari di questa città così inferociti non li avevo mai visti; evidentemente hanno le loro buone ragioni per esprimere tutto questo dissenso”. Al termine del presidio, vicino al grande portone della Banca, sono stati lasciati i cartelli recanti vari slogan ed i nastri a lutto con i quali i manifestanti hanno sfilato per le vie del centro.