SIENA. Secondo la ricognizione di Confesercenti sette commercianti su dieci ripongono fiducia nei prossimi saldi, per raddrizzare una stagione sin qui tutt’altro che positiva. L'analisi è stata effettuata su un campione di negozi del capoluogo e della provincia. Sulle vendite del periodo primavera-estate metà degli interpellati danno infatti un giudizio “negativo”, che diventa “molto negativo” in un ulteriore 20 per cento dei casi. Parallelamente, solo due negozianti su dieci esprimono un giudizio soddisfacente. Per contro, il complesso degli interpellati esprime aspettative “buone” (nella metà dei casi) o “molto buone” (due su dieci) sui saldi di fine stagione, che a Siena come nel resto della Toscana cominceranno sabato 12 luglio. La ricognizione a campione di Confesercenti ha registrato anche un dieci per cento di operatori che non effettueranno le svendite, perché già impegnate in operazioni di liquidazione.
Le impressioni sono state espresse in modo pressoché omogeneo tra le diverse aree della provincia. La necessità di uniformare la data di inizio dei saldi tra tutte le regioni arriva dalla parte sud, che risente in negativo della partenza anticipata delle svendite (5 luglio) nella regione Lazio. C’è anche un 10 per cento di operatori che vorrebbe l’abolizione completa dei saldi.
“Diversi fattori, dalle difficoltà economiche al clima non buono fino a giugno inoltrato, hanno condizionato la stagione per l’abbigliamento – commenta il presidente Graziano Becchetti – ne consegue che buona parte degli stock sono rimasti invenduti, e che quindi quella dei saldi rappresenta per i consumatori una vera occasione per fare acquisti a buon prezzo”.
A commercianti e consumatori, Confesercenti ricorda che basta seguire poche buone regole per una soddisfazione reciproca: il “Decalogo dei buoni saldi” (consultabile su www.confesercenti.siena.it) invita a facilitare le modalità di pagamento, evidenziare in modo chiaro prezzo pieno, sconto e prezzo scontato, e rivolgersi al prossimo con cortesia.
“Nelle prossime settimane verificheremo con attenzione gli esiti delle svendite – aggiunge Becchetti – anche perché il settore si aspetta necessari interventi di miglioramento, dallo snellimento degli oneri fiscali alla regolamentazione degli outlet, ancora oggi troppo liberi di nascondere al cittadino la loro natura di negozi di seconda mano”.