\"La Provincia, proprietaria, si è fatta sentire?\" domanda l\'esponente di centrodestra
SIENA. Nei giorni scorsi si è avuta notizia del “trasloco” di trentasei bellissime e preziosissime tele dalla sede della Pinacoteca agli uffici della Soprintendenza di Siena. “Un fatto inquietante e sconcertante” tuona Lorenzo Rosso, Portavoce di Siena di Fratelli d’Italia- Alleanza nazionale.
“Pare addirittura che queste opere, saranno -forse- rese fruibili al piubblico una volta al mese!” – continua Rosso.
“Chi ha dato il permesso del trasloco? La Provincia di Siena, proprietaria, si è fatta sentire?Il Presidente Nepi che dice? Il ministro dei Beni Culturali ha saputo della vicenda ed ha dato il suo benestare? Sono riusciti ad avere un inventario delle opere della Pinacoteca? a tutte queste domande risponderà il Ministro dei Beni Culturali Franceschini, in risposta ad una interrogazione urgente che sarà presentata in settimana alla Camera dei Deputati dal Gruppo Parlamentare di Fratelli d’Italia e che sarà curata dallo stesso Rosso.
Pochi mesi fa, Rosso, come Presidente della Commissione di Controllo della Provincia, “scoprì” che la Provincia di Siena, proprietaria dei Palazzi Buonsignori e Brigidi, sede del più importante museo di Siena, la Pinacoteca Nazionale e proprietaria delle opere esposte (beni del demanio provinciale, per l’esattezza), alcune migliaia, di cui molte di inestimabile valore, non ha e non ha mai avuto l’inventario delle opere stesse.
Ma facciamo un passo indietro nel tempo. “Il Museo della Pinacoteca Nazionale di Siena – racconta Lorenzo Rosso – è sorto nel 1929, esattamente il 22 di Aprile, quando la Provincia, proprietaria dei Palazzi Buonsignori e Brigidi, approvava la nascita del museo e di allocarvi la Pinacoteca, cedendo in uso al Ministero dell’Educazione Nazionale i locali dei palazzi e dava in consegna alla Soprintendeza della Toscana i quadri e gli altri oggetti d’arte in un verbale di consegna al Dottor cesare Brandi, allora incaricato dalla stessa Soprintendeza”.
“Da allora – continua Rosso – la Provincia di Siena, non ha mai avuto l’inventario delle opere. Ha fatto solo una “richiesta di collaborazione per l’inventariazione delle opere di proprietà di questa Amministrazione, avendo necessità di dover dare una descrizione del soggetto, del periodo storico e del relativo valore alle opere” solo il 27 ottobre del 1993 all’allora Direttore della Pinacoteca Nazionale, non ricendo alcuna risposta. In una apposita riunione da me convocata, l’Economa della Provincia, Luisella Santucci, confermò a verbale che “la Provincia non ha l’inventario del dettaglio delle opere, stante l’impossibilità di decifare i singoli titoli contenuti nell’atto del 1930 che risulta illeggibile e forse comprensibile solo ad uno studioso del settore”.
Una vicenda dai contorni sconcertanti: la proprietà dei Palazzi e delle opere della Pinacoteca – opere di valore inestimabile, tra cui dipinti di Duccio di Boninsegna, Domenico Beccafumi, Sodoma ed altri – non ha e non ha mai avuto l’inventario e non si è mai occupata di controllare alcunchè sulla esistenza ed integrità di tali straordinarie opere d’arte.
E adesso arriva anche questa vicenda del trasferimento di parte delle opere, che ha dell’incredibile. Ma andremo fino in fondo alla questione”- conclude il portavoce di Siena del Partito di Giorgia Meloni.