La Cna maremmana critica l’ipotesi di pagamento
GROSSETO. Dopo aver partecipato attivamente a innumerevoli iniziative di protesta – dalla partecipazione ai convegni fino alla mobilitazione di piazza -, visto il perdurare delle incertezze, siamo costretti a tornare sul tema della viabilità in Maremma. Il peso dei pedaggi autostradali, insieme al costo del gasolio, è uno dei principali fattori di costo che gli autotrasportatori sono chiamati a sostenere.
Dopo essere stata per troppo tempo una delle poche per non dire l’unica provincia italiana senza un metro di autostrada (la viabilità della maremma, infatti, si snoda ancora sui percorsi consolari) si corre il rischio di una “overdose”, se non da autostrada, almeno da pedaggio.
Il tema del pedaggio – pochi sono disposti a seguire la chimera della esenzione per i residenti – potrebbe entrare prepotentemente anche nel nostro lessico. L’adeguamento della Tirrenica (salvo le ipotesi di adeguamento dell’Aurelia che sembrano tornare a farsi strada), passerà attraverso la costruzione di un’autostrada a pagamento, lo sappiamo da tempo. La novità vera, però, è l’intenzione di mettere (ingiustificatamente) il pedaggio anche sulla Due Mari.
Non c’è alcun motivo, infatti, perché i cittadini delle province di Grosseto e Siena debbano pagare due volte l’adeguamento di un’infrastruttura (tratto Grosseto-Siena): in un primo momento come contribuenti che con le loro tasse hanno finanziato il raddoppio e poi come utenti di transito al casello.
E’ una ipotesi, quella della Due Mari a pagamento, oggi ancora più incomprensibile: il Governo, infatti, fa finalmente deciso di finanziare anche gli ultimi due lotti (il 4 e il 9) per completare la realizzazione dell’opera. Di conseguenza, a cosa dovrebbe servire il pedaggio ?
La notizia della costituzione di Centralia SpA, la società pubblica che dovrebbe (vista la promessa di finanziamento del Governo il condizionale è veramente d’obbligo) realizzare la Due Mari a pagamento ha dato origine a interrogativi e preoccupazioni.
L’istituzione di un pedaggio su tratti realizzati con risorse pubbliche non può essere considerato legittimo e la CNA farà di tutto per dimostrarlo.
Sembra impossibile ma con la Tirrenica le cose non stanno meglio. Dopo anni di discussioni e manifestazioni di protesta siamo tornati – come nel gioco dell’oca – alla casella iniziale: autostrada sì, autostrada no è ancora il nodo da sciogliere.
Indipendentemente dalle varie posizioni, la CNA, ha sempre puntato all’aperura del corridoio tirrenico. Incroci a raso e continui restringimenti della carreggiata stradale, nell’asse nord sud del paese, non sono degni di una paese civile. Il rischio vero, come sempre, è che con le continue contrapposizioni non portino a nulla.
La rete stradale che attraverso il nostro territorio, oltre che inadeguata, è incompatibile con le esigenze più elementari di chi effettua il trasporto. I mezzi pesanti hanno tempi obbligati di guida e di riposo imposti dalle norme sulla circolazione stradale; la disponibilità di aree di sosta attrezzate, in ambito locale, è poco più di un miraggio.
In ultima analisi si dovrebbe anche considerare la vocazione turistica del territorio. Una migliore dotazione infrastrutturale – visti anche i problemi legati al trasporto su rotaia – non potrebbe che favorire un incremento delle presenze, con positive ripercussioni sull’economia locale.
Riccardo BREDA – presidente CNA Grosseto
Paolo GIORGETTI – presidente Autotrasportatori FITA CNA Grosseto