In ogni caso i crediti facili concessi dai precedenti vertici della banca sono irrecuperabili
di Red
SIENA. Lontano dai riflettori senesi, ma sotto la vigile attenzione della stampa salernitana, resta l’ormai conosciuto con il nome di “crac del pastificio Amato” (quello sponsor degli azzurri campioni del mondo 2006). Una vicenda nella quale sono tirati indirettamente in ballo Mussari e Ceccuzzi a causa di una cena sul golfo a casa Amato in cui si curarono pubbliche relazioni alla presenza del sindaco salernitano De Luca, relazioni poi messe dagli investigatori in connessione con fidi concessi dalla banca MPS e la carriera in società montepaschine di personaggi dell’area locale salernitana.
Giuseppe Amato, il figlio del fondatore del pastificio, a fine settembre è stato sottoposto a interrogatorio. Interessante, per noi a Siena, un passaggio in cui afferma “Secondo me il messaggio che Paolo Del Mese vuole dare è al sindaco di Salerno e al Presidente Mussari (Mps) e non so più a chi, “vedete che io so tante cose, come racconto questo posso raccontare dell’altro, quindi datemi una cosa di soldi. Altrimenti parlo”.
Chissà cosa avrà da dire: uno spaccato di fanateconomia? Nel frattempo il sostituto procuratore della repubblica Vincenzo Senatore ha chiesto il rinvio a giudizio per 33 persone che risultano coinvolte a vario titolo nel fallimento del pastificio, e tra loro non risulta nessuno dei due esponenti senesi, ma solamente Antonio Anastasio che, beneficiando della amicizia di Ceccuzzi con Paolo Del Mese, ex deputato PD coinvolto nella vicenda inserito nell’elenco delle richieste del Pm, ottenne (da Mussari?) una poltrona nel consiglio di Amministrazione della Consum.it.
Di sicuro c’è che, in questa storia, la banca MPS ha finanziato una società immobiliare con pochi fondi – quindi poco solida – e costituita all’estero che doveva realizzare una speculazione edilizia sul vecchio fabbricato del pastificio; altrettanto sicuro è che invece non rivedrà il becco di un quattrino, contribuendo ad allargare la voragine dei “cattivi affari” fatti dal vecchio CdA di Rocca Salimbeni.