SIENA. Rivelatori di tracce, calorimetri, rivelatori di raggi x e raggi gamma, rivelatori per la medicina e la biologia, grandi sistemi di sicurezza a raggi x, sistemi per il controllo dell'ambiente, sono stati per quattro giorni al centro del dibattito scientifico al College Santa Chiara dell'Università di Siena, durante la XII edizione della conferenza internazionale "Topical Seminar on Innovative Particle and Radiation Detectors", che si è conclusa oggi (10 giugno).
Centocinquanta fisici provenienti da ogni parte del mondo si sono incontrati per esporre gli esiti più avanzati della ricerca nel campo dei rilevatori di particelle ad alta energia, che vede gli scienziati impegnati non solo nella ricerca di base, ma anche in un numero sempre crescente di applicazioni, nella medicina, nella biologia, nell'informatica, nello studio del cosmo.
Nelle conferenze tenute dagli scienziati sono stati presentati gli esperimenti di fisica fondamentale condotti presso gli acceleratori più potenti al mondo (come il collisore protone-protone LHC del CERN di Ginevra e il Tevatron a Chicago), ma anche studi che aprono a nuove prospettive nell'innovazione delle tecnologie applicate.
In particolare, in questa edizione del convegno è stata presentata la prima evidenza sperimentale del fenomeno del "neutrino mixing": un fascio di neutrini prodotto presso il laboratorio europeo del CERN di Ginevra è stato inviato verso il laboratorio italiano dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) presso il traforo situato sotto il Gran Sasso dove, dopo aver attraversato la crosta terrestre per circa 720 Km, sono stati rivelati da un complesso apparato sperimentale.
Rispetto alle applicazioni nella diagnostica, durante il convegno è stato presentato un sistema innovativo di fotorivelazione che – nato nei laboratori della ricerca pura – sta approdando nel campo della ricerca clinica con la realizzazione di un sistema integrato
di diagnosi basato su una misura combinata di PET (Tomografia Elettrone-Positrone) e di MRI (Imaging con Risonanza Magnetica Nucleare), che apre grandi prospettive per la diagnosi precoce di alcuni tumori.
"Durante queste giornate di studio a Siena – ha detto il professor Marrocchesi – si sono avute ulteriori dimostrazioni del potenziale di ricaduta della ricerca di base a vantaggio dell'innovazione tecnologica, a totale beneficio della collettività. Molti sono i casi in cui l'innovazione nasce proprio da esigenze della ricerca di base nel campo della fisica delle alte energie, che poi confluiscono positivamente nella ricerca di tipo applicativo".
Centocinquanta fisici provenienti da ogni parte del mondo si sono incontrati per esporre gli esiti più avanzati della ricerca nel campo dei rilevatori di particelle ad alta energia, che vede gli scienziati impegnati non solo nella ricerca di base, ma anche in un numero sempre crescente di applicazioni, nella medicina, nella biologia, nell'informatica, nello studio del cosmo.
Nelle conferenze tenute dagli scienziati sono stati presentati gli esperimenti di fisica fondamentale condotti presso gli acceleratori più potenti al mondo (come il collisore protone-protone LHC del CERN di Ginevra e il Tevatron a Chicago), ma anche studi che aprono a nuove prospettive nell'innovazione delle tecnologie applicate.
In particolare, in questa edizione del convegno è stata presentata la prima evidenza sperimentale del fenomeno del "neutrino mixing": un fascio di neutrini prodotto presso il laboratorio europeo del CERN di Ginevra è stato inviato verso il laboratorio italiano dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) presso il traforo situato sotto il Gran Sasso dove, dopo aver attraversato la crosta terrestre per circa 720 Km, sono stati rivelati da un complesso apparato sperimentale.
Rispetto alle applicazioni nella diagnostica, durante il convegno è stato presentato un sistema innovativo di fotorivelazione che – nato nei laboratori della ricerca pura – sta approdando nel campo della ricerca clinica con la realizzazione di un sistema integrato
di diagnosi basato su una misura combinata di PET (Tomografia Elettrone-Positrone) e di MRI (Imaging con Risonanza Magnetica Nucleare), che apre grandi prospettive per la diagnosi precoce di alcuni tumori.
"Durante queste giornate di studio a Siena – ha detto il professor Marrocchesi – si sono avute ulteriori dimostrazioni del potenziale di ricaduta della ricerca di base a vantaggio dell'innovazione tecnologica, a totale beneficio della collettività. Molti sono i casi in cui l'innovazione nasce proprio da esigenze della ricerca di base nel campo della fisica delle alte energie, che poi confluiscono positivamente nella ricerca di tipo applicativo".