Il sindaco ha risposto entrando nel merito della normativa nazionale sull’identificazione delle persone
La procedura e le modalità di rilascio della carta d’identità elettronica da parte degli uffici comunali hanno costituito il tema dell’interrogazione presentata, nella seduta consiliare di ieri, 19 maggio, da Michele Pinassi.
Il consigliere ha richiamato il caso specifico di una cittadina senese appena maggiorenne che ha chiesto al Servizio Anagrafe l’emissione di una carta d’identità per l’espatrio, in assenza di altri documenti ufficiali riportanti la sua fotografia e senza una conoscenza diretta con i pubblici ufficiali dello sportello.
La ragazza sarebbe stata rimandata in Prefettura ai fini della sua identificazione perché, come ha specificato Pinassi, se per un minore di 18 anni vale la presenza dei genitori per il riconoscimento di fronte al pubblico ufficiale e quindi per l’emissione del documento, non risultano invece esservi istruzioni chiare e omogenee nel caso del primo rilascio di una carta d’identità a cittadini maggiorenni.
In considerazione di tutto ciò e anche per evitare disparità di trattamento tra Comuni contermini, il consigliere ha chiesto di conoscere le modalità con le quali un maggiorenne residente a Siena può richiedere il rilascio della carta di identità.
Il sindaco ha innanzitutto sottolineato come oggi, grazie al Decreto legge 70/2011 che è intervenuto a modificare la precedente normativa risalente al 1931, la richiesta e il rilascio delle carte di identità possano avvenire sin dalla nascita. Questo fa sì che, solo in casi eccezionali, un cittadino che compie la maggiore età possa risultare ancora sprovvisto di un documento di identità.
Se un maggiorenne richiede la carta d’identità per la prima volta ed è sprovvisto di qualsiasi altro documento idoneo alla sua identificazione, lo stesso dovrà recarsi agli uffici di polizia, tenuti a eseguire le disposizioni del Regio Decreto n° 635/1940.
Sulla casistica specifica riportata da Pinassi, il sindaco, riportando una nota del Servizio Demografico comunale, ha sostenuto infatti che l’identificazione non può essere affidata a testimoni, ma debba fondarsi su processi che garantiscano l’assoluta neutralità e oggettività e come questo possa avvenire solo con il coinvolgimento degli organi di polizia.
Pinassi ha ringraziato il sindaco per la risposta e ha concluso citando una circolare della Prefettura del 2011 che stabilisce la possibilità di identificare il cittadino attraverso altri documenti idonei rilasciati da enti o pubblica amministrazione, purché muniti di fotografia: tra questi, anche il libretto delle giustificazioni scolastiche, ritenuto da Pinassi sicuramente meno attendibile della testimonianza diretta dei genitori.