SIENA. Come si esce dalla crisi? Domanda di uno studente del Bandini. Investendo sul lavoro. Risposta di Giuseppe Mussari. Il presidente del Monte dei Paschi stamattina ha parlato della crisi che sta stravolgendo il mondo, colpendo soprattutto i più deboli, a circa 200 studenti della scuola che dà le prime basi a chi, in futuro, potrebbe occuparsi di economia.
Lo stesso direttore generale della banca Vigni si è formato in questa scuola. Per oltre un’ora i giovani studenti hanno ascoltato con molta attenzione Mussari rivolgendo poi domande chiare e precise, per niente imbeccate da qualche insegnante, sulla crisi e sulle responsabilità di chi l’ha creata, ma anche sul lavoro, sulla qualità della scuola italiana, sugli sbocchi professionali, sul Bandini una volta serbatoio da cui attingeva Babbo Monte.
Mussari ha detto, per quanto riguarda il nostro paese che “il problema vero è che siamo seduti su una montagna di debito pubblico. Avremmo bisogno di meno tasse e meno contributi per le imprese e più soldi in mano a chi lavora. Debito che complica ancora di più la situazione. Il punto è che nessuno scommette su questo paese, Occorre darci un traguardo, un obiettivo come lo è stato l’euro senza il quale forse saremmo stati in una situazione argentina”. Le considerazioni più interessanti Mussari le ha fatte a conclusione del suo intervento quando ha detto che “ si deve considerare che le banche devono raggiungere i loro risultati ma loro devono confrontarsi con l’interesse generale. Se si limitano a diventare più ricche prima o poi distruggeranno più ricchezza di quanto non ne abbiamo creata”. Mussari ha aggiunto che le crisi si risolverà, già qualcosa si intravede, ma se le banche “non fanno i conti che se stesse e non si capisce che esiste un mondo a due velocità, non c’è storia. La prossima crisi sarà ancora peggiore”. Sui problemi dovuti alla mancanza di lavoro Mussari ha convenuto con chi gli ha espresso preoccupazione. “Se fossi uno di voi sarei preoccupato anch’io. Comunque con la fine dell’anno, le cose dovrebbero andare meglio. Penso che che oggi occorra costruirsi un lavoro, non trovare lavoro .Bisogna scommettere su se stessi”.
Chiaro e diretto uno studente che ha consegnato una lettera a Mussari. “Mi raccomando la legga. Noi quando usciremo da questa scuola abbiamo bisogno di un lavoro vero”. Più riservato Mussari su domande specifiche sulla banca. “Ci sono i giornalisti” ha detto. “Siamo la terza banca del paese. Credo si possa essere soddisfatti. Ma ciò che sarà lo decideranno gli azionisti”.
Prossimo incontro con il preside della facoltà di economia Angelo Riccaboni.
Lo stesso direttore generale della banca Vigni si è formato in questa scuola. Per oltre un’ora i giovani studenti hanno ascoltato con molta attenzione Mussari rivolgendo poi domande chiare e precise, per niente imbeccate da qualche insegnante, sulla crisi e sulle responsabilità di chi l’ha creata, ma anche sul lavoro, sulla qualità della scuola italiana, sugli sbocchi professionali, sul Bandini una volta serbatoio da cui attingeva Babbo Monte.
Mussari ha detto, per quanto riguarda il nostro paese che “il problema vero è che siamo seduti su una montagna di debito pubblico. Avremmo bisogno di meno tasse e meno contributi per le imprese e più soldi in mano a chi lavora. Debito che complica ancora di più la situazione. Il punto è che nessuno scommette su questo paese, Occorre darci un traguardo, un obiettivo come lo è stato l’euro senza il quale forse saremmo stati in una situazione argentina”. Le considerazioni più interessanti Mussari le ha fatte a conclusione del suo intervento quando ha detto che “ si deve considerare che le banche devono raggiungere i loro risultati ma loro devono confrontarsi con l’interesse generale. Se si limitano a diventare più ricche prima o poi distruggeranno più ricchezza di quanto non ne abbiamo creata”. Mussari ha aggiunto che le crisi si risolverà, già qualcosa si intravede, ma se le banche “non fanno i conti che se stesse e non si capisce che esiste un mondo a due velocità, non c’è storia. La prossima crisi sarà ancora peggiore”. Sui problemi dovuti alla mancanza di lavoro Mussari ha convenuto con chi gli ha espresso preoccupazione. “Se fossi uno di voi sarei preoccupato anch’io. Comunque con la fine dell’anno, le cose dovrebbero andare meglio. Penso che che oggi occorra costruirsi un lavoro, non trovare lavoro .Bisogna scommettere su se stessi”.
Chiaro e diretto uno studente che ha consegnato una lettera a Mussari. “Mi raccomando la legga. Noi quando usciremo da questa scuola abbiamo bisogno di un lavoro vero”. Più riservato Mussari su domande specifiche sulla banca. “Ci sono i giornalisti” ha detto. “Siamo la terza banca del paese. Credo si possa essere soddisfatti. Ma ciò che sarà lo decideranno gli azionisti”.
Prossimo incontro con il preside della facoltà di economia Angelo Riccaboni.