SIENA. Nella settimana immediatamente successiva al forte terremoto che ha sconvolto la città dell'Aquila, ricercatori del dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Siena, di concerto con altre istituzioni (CNR, Università della Basilicata ed altri), hanno svolto una campagna di misure sismiche nell'area di danneggiamento volta ad una prima caratterizzazione degli effetti di amplificazione del moto sismico indotti dalle caratteristiche del sottosuolo nelle zone danneggiate. Infatti i danni indotti dal fenomeno sismico possono essere attribuiti a diversi fattori (vulnerabilità dell'edificato, energia liberata alla sorgente, geologia locale, ecc.) che devono essere rapidamente discriminati per una prima interpretazione del fenomeno ed una individuazione di prima istanza delle zone potenzialmente più esposte al fenomeno.
Da alcuni anni un gruppo di ricerca attivo presso il dipartimento di Scienze della terra dell'Ateneo senese, coordinato dal professor Dario Albarello, ha partecipato alla messa a punto e alla sperimentazione di tecniche innovative per la stima della risposta sismica locale a partire da misure di rumore ambientale, ovvero dalle vibrazioni del suolo indotte da cause naturali (vento, onde marine, ecc.) e artificiali (traffico veicolare, attività industriale, ecc.). In pratica questo tipo di indagine ha lo scopo di valutare, mediante procedure a basso costo e non invasive, le zone di un determinato territorio nelle quali gli effetti di un terremoto possono risultare fortemente amplificati dalle peculiari caratteristiche del sottosuolo (microzonazione sismica). Le ricerche condotte dal gruppo dell'Università di Siena, svolte nell'ambito di progetti di ricerca nazionali (finanziati dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile) e internazionali (Finanziati dalla NATO nell'ambito di progetti di cooperazione con i paesi dell'ex Yugoslavia), hanno permesso la messa a punto di protocolli operativi utili all'esecuzione di valutazioni preliminari della risposta dinamica dei terreni finalizzate alla microzonazione sismica. Questi protocolli sono stati proficuamente applicati nell'area colpita dal terremoto permettendo di formulare una prima mappa dei possibili effetti di amplificazione del moto del suolo che è stata prontamente fornita al Dipartimento di Protezione Civile. In accordo con le esigenze del Dipartimento di Protezione civile e con le altre istituzioni partecipanti all'iniziativa, queste attività continueranno nel prossimo futuro per fornire valutazioni più accurate e dettagliate alle autorità nazionali e locali.