SIENA. Quali iniziative saranno intraprese per promuovere interventi, sia a livello strutturale che di organico, per Ranza, la casa di reclusione di San Gimignano, e come verrà attuata una normalizzazione del numero dei detenuti, che oggi superano la soglia di normale convivenza, mettendo a rischio la sicurezza degli operatori penitenziari e dei detenuti. Sono queste, in sintesi, le richieste contenute nell’interrogazione, a risposta scritta, presentata nei giorni scorsi al Ministro della giustizia, Angelino Alfano dai parlamentari del Partito democratico Susanna Cenni, prima firmataria, Gianni Cuperlo e Franco Ceccuzzi.
L’interrogazione segue quella presentata da Ceccuzzi nel maggio scorso, alla quale il Guardasigilli aveva risposto nel mese di dicembre 2008 in maniera generica e parziale, senza risolvere i problemi cronici del carcere di Ranza. Problemi che Susanna Cenni e Gianni Cuperlo avevano avuto occasione di constatare personalmente alcuni mesi fa, durante una visita alla casa di reclusione di San Gimignano, in occasione della giornata di mobilitazione promossa dai Radicali Italiani.
“Questa nuova interrogazione – afferma Susanna Cenni – è un atto doveroso, alla luce delle gravi problematiche che ancora affliggono la casa di detenzione. Secondo quanto emerso dai dati resi noti da alcune associazioni sindacali, il perdurare di carenze igienico-sanitarie, strutturali e gestionali, continua a ripercuotersi inevitabilmente sui livelli di vita del personale e dei detenuti”.
"In particolare – continua Cenni – la mancanza di fondi a disposizione del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria (Prap), non ha permesso di risolvere i problemi, legati al riscaldamento dell’istituto di pena, lasciando le stanze detentive, le camere degli agenti e l’acqua delle docce fredde. Ad oggi, inoltre, i problemi logistici legati ai trasporti e alla carenza di appartamenti in locazione per i dipendenti e i familiari dei detenuti, non hanno registrato nessun miglioramento sensibile, a fronte di una vivibilità delle sezioni detentive progressivamente peggiorata. Sono, infatti, attualmente reclusi nell’istituto di pena lo stesso numero di detenuti presenti prima dell’indulto, nonostante una diminuzione di quindici agenti di sorveglianza”.
“La casa di reclusione di Ranza, la più grande dell'intera provincia di Siena – continua la parlamentare Pd – ha una capienza regolamentare di 237 detenuti: oggi, secondo la nota a mezzo stampa dei sindacati, ne ospita oltre 300, con un sovraffollamento che potrebbe essere causa di una pericolosa ingovernabilità. Non dimentichiamo, infatti, che a Ranza vi sono detenuti con condanne definitive e per reati gravi, ed ergastolani appartenenti ad associazioni criminali. Questo richiede richiede una sorveglianza attenta e continua, che rischia di essere incompatibile con l’attuale personale in servizio, che sconta una carenza di oltre il 20 per cento. In base all’attuale presenza di detenuti, gli agenti assistenti dovrebbero essere 189, mentre sono 123; i sovrintendenti dovrebbero essere 22, mentre sono 10, e gli ispettori 22, mentre sono 9. A fronte di una situazione insostenibile per i detenuti, ma anche per il personale del carcere di Ranza – chiude Susanna Cenni – ci auguriamo che la risposta del Ministro della giustizia a questa nuova interrogazione corrisponda ad un impegno serio e ad interventi puntuali e risolutivi”.