In un disegno la storia vista da un bambino
SAN GIMIGNANO. Era a casa con la nonna, quella mattina dell’11 settembre 2001, e stava guardando alla televisione i cartoni animati. Improvvisamente, durante uno spot pubblicitario, il programma si interruppe e apparvero delle immagini incredibili. Nessuna voce di speaker, solo immagini, poi sentì dire … torri gemelle… Gioele, che non aveva ancora cinque anni, rimase un attimo attonito, e subito chiamò ad alta voce la nonna e corse d’istinto alla finestra, che si affaccia sulle torri di San Gimignano. “Nonna, nonna, vieni, chiama mamma!…”. Poi, la cronaca che tutti conosciamo e che avrebbe cambiato la storia del mondo, per sempre. Gioele, anche se pur piccolo, rimase incollato alla televisione per tante ore a guardare e riguardare quelle immagini che stavano facendo il giro del mondo, restando nella sua mente in modo indelebile. Le ricorda benissimo ancora, dieci anni dopo. Quello stesso giorno, senza che nessuno glielo dicesse, prese un pezzo di carta, le matite, e fece un disegno. Gli psicologi avrebbero da scrivere fiumi di inchiostro, leggendo quel “messaggio iconografico”.
Di fatto, una cosa precisa c’è scritta. Un aereo che sta centrando le torri, tante finestre su quelle torri non vuote, ma dove si vedono, nitide, tante persone, le fiamme, ma in alto un filo di cielo, al limite del foglio, come sanno fare solo i bambini che non lasciano spazi vuoti. Sotto, però, il sole con i raggi che indicano luce, speranza.
Pochi forse sanno che, in una delle torri gemelle a ground zero, c’era una gigantografia delle torri Salvucci di San Gimignano, che ispirarono la progettazione di quelle newyorchesi.
Il disegno di Gioele è lì, a raccontare una tragedia della storia, vista con gli occhi innocenti di un bambino che, pur sconvolto e colpito, ha disegnato la luce della speranza. Speriamo che quella luce ci sia per tutti i bambini, di San Gimignano o no.