La leghista: "Coniugare esigenze agricoltura con quelle della caccia nel rispetto dell’ambiente e della fauna selvatica"
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/2020/08/Rosanna-Zari-e1598470209405.jpeg)
VALDELSA. “Occorre coniugare le esigenze dell’agricoltura e della caccia nel rispetto dell’ambiente e della fauna selvatica”. Lo ha detto Rosanna Zari, candidata indipendente della Lega alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale che giovedì 27 agosto sarà a Poggibonsi e a Casole d’Elsa in un tour elettorale con i senatori Tiziana Nisini e Francesco Bruzzone per incontrare le associazioni dei cacciatori. “Il problema della fauna selvatica – spiega Zari – è passato dall’ambiente rurale anche a quello urbano con vere e proprie invasioni di alcune specie selvatiche che oramai si sono abituate alla presenza umana e cercano cibo e riparo in ambienti che fino a poco tempo fa erano prerogativa dell’uomo. Naturalmente ci sono anche degli aspetti positivi vedere gli uccelli nei nostri parchi e giardini o le farfalle sui balconi ha un effetto positivo sulla vita urbana, come indicano i nuovi orientamenti verso città più verdi e più salubri. Il problema è rappresentato come sempre dalla prevalenza di certe specie su altre con un effetto negativo sulla biodiversità della fauna e conseguentemente della flora, si sono rotti degli equilibri che è necessario ricreare e ristabilire ed in questo l’uomo e chi utilizza il territorio aperto ha la sua parte”. “Su questo fronte c’è ancora molto da fare a partire dalla revisione normativa nazionale e regionale attraverso prima di tutto la Conferenza Stato/Regioni, poiché l’ambito di competenza non è solo toscano ma nazionale, ci sono infatti alcune specie migratorie come lo storno, che hanno creato vere e proprie invasioni di alcune nostre città e danni considerevoli alle culture agrarie”. “Occorre attuare una politica seria per la tutela della piccola selvaggina stanziale, purtroppo nei nostri territori non è stata fatta una seria gestione di queste specie in primis starna e fagiano, poiché la troppa burocrazia ha bloccato il controllo di alcune specie invasive predatrici e antagoniste. Vediamo molto spesso solo ungulati quali caprioli e cinghiali, che producono ingenti danni nei nostri vigneti e nelle nostre culture senza adeguati risarcimenti. La salvaguardia della piccola selvaggina stanziale sarà una delle nostre priorità. L’attività venatoria è parte integrante della nostra tradizione e della nostra cultura rurale e nel nostro territorio regionale ha un indotto di tutto rispetto, ma le interazioni con l’agricoltura sono molteplici e in certi casi conflittuali, occorre quindi trovare dei punti d’incontro tra queste due attività che sono fondamentali per la salvaguardia della fauna e dell’ambiente”.