A gennaio la fusione con San Giovanni d'Asso
FIRENZE. Con il primo gennaio 2017 sarà operativo il nuovo Comune di Montalcino, nato dalla fusione dei comuni di San Giovanni d’Asso e Montalcino, in provincia di Siena. La legge è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale. È stato Giacomo Bugliani (Pd), presidente della Prima commissione che si occupa degli affari istituzionali, ad illustrarla all’aula, sottolineando la “linearità” del processo di fusione iniziato nel luglio scorso con le deliberazioni dei due consigli comunali. Il referendum, che si è svolto a metà ottobre, ha registrato il voto favorevole di oltre il 90 per cento degli abitanti di Montalcino, mentre a San Giovanni i pareri favorevoli superano l’81 per cento. Si sono recati alle urne oltre il 48 per cento degli aventi diritto, a Montalcino, mentre a san Giovanni d’Asso gli elettori hanno superato il 65 per cento. Come ha sottolineato Bugliani, nascerà un comune di circa seimila abitanti, il Consiglio comunale avrà dodici componenti oltre il sindaco, che sarà affiancato da massimo quattro assessori. A San Giovanni d’Asso sarà costituito un municipio. “Tutti gli atti di pianificazione, i bilanci, gli atti amministrativi in genere – ha aggiunto Bugliani saranno pienamente vigenti, fino alla loro sostituzione da parte del commissario o del nuovo consiglio comunale”.
“È un modello di come dovrebbero avvenire le fusioni, che devono essere condivise – ha affermato Stefano Scaramelli (Pd) – Un esempio di come la storia e la tradizione si coniuga alla capacità di innovare”.
“Voteremo con convinzione a favore di questa legge e di tutte le amministrazioni che riescono a far partecipare i cittadini – ha dichiarato Stefano Casucci (Lega nord) – Non possiamo non rilevare, però, la scarsa partecipazione: un invito per tutti alla massima prudenza su questa delicata materia”.
Secondo Tommaso Fattori (capogruppo Sì-Toscana a sinistra), si tratta di “un caso di scuola. Ci sono percorsi virtuosi che bene interpretano le esigenze dei cittadini. Questo ci mostra anche quanto sia sbagliata la strada delle annessioni o delle unioni forzose”.
Anche secondo Simone Bezzini (Pd), “è un passaggio importante. Mostra il coraggio di misurarsi con l’innovazione istituzionale, con un nuovo modello organizzativo per andare incontro ai bisogni dei cittadini. C’è stata la capacità di individuare un progetto, intorno al quale unire la popolazione, e soprattutto la partecipazione e la condivisione del percorso. In tutte le frazioni il sì ha ottenuto la maggioranza”.
“Una bella fusione che nasce dal basso – ha affermato Gabriele Bianchi (Movimento 5 Stelle) – Non bisogna mettere fretta alle comunità”.