VALDORCIA. Un ruolo di "responsabilità" per la Val d'Orcia che, essendo già iscritta tra i beni patrimonio dell'Unesco, è stata scelta come territorio pilota e osservatorio speciale per la candidatura a patrimonio mondiale Unesco della Via Francigena, 800 km dal Gran San Bernardo a Roma. E’ questa la decisione emersa nel corso del primo workshop Italia – Giappone, il progetto di cooperazione bilaterale tra i due Paesi che si è concluso oggi proprio in Val d’Orcia.
A proporre la candidatura del territorio senese è stato direttamente il Ministero per le Attività e i Beni Culturali che ha individuato il Parco della Val d’Orcia, su cui insiste uno dei tratti più significativi della Via Francigena, 35 km da Torrenieri, nel comune di Montalcino a Radicofani, quale soggetto in grado di coordinare le attività del tavolo permanente che dovrebbe costituirsi per richiedere l’iscrizione della Via Francigena nelle liste Unesco. E proprio la Val d’Orcia diventerebbe l’unico territorio al mondo con tre siti Unesco al suo interno, il centro storico di Pienza (nel 1995), il Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia (nel 2004) e la Via Francigena appunto.
"La Val d’Orcia – spiega Marco Del Ciondolo, presidente della conferenza dei sindaci della Val d’Orcia – rappresenta un modello in grado di coniugare tutela del paesaggio a sviluppo sostenibile, insieme alla promozione delle proprie ricchezze naturali e paesaggistiche. Da queste premesse la nostra piena collaborazione a mettere a disposizione un’esperienza acquisita negli anni per il coordinamento dei lavori del tavolo permanente".
La Via Francigena 800 km dal Gran San Bernardo fino a Roma, è tra i maggiori itinerari di pellegrinaggio di età medievale che dal Nord Europa conducevano a Roma. Nel 1994 è stata dichiarata "Itinerario Culturale del Consiglio d' Europa" e nel dicembre 2004 la Segreteria Generale del Consiglio d'Europa le ha conferito la menzione di Grande Itinerario Culturale Europeo. Diventa punto di convergenza delle grandi vie peregrinali: a Roma, A Santiago di Compostela, a Gerusalemme.
Ma dà inizio ad itinerari “minori” verso mete – loca santa – intermedie alla meta la cui visita è espressione del comportamento devozionale: Il Volto Santo a Lucca, il Santuario garganico a San Michele Arcangelo. Ponti, borghi, ospedali, stazioni di posta, croci di strada, locande testimoniano la centralità delle soste come elementi strutturali del pellegrinaggio. Nell’edificazione e nella manipolazione dello spazio si trasforma in sacro la Collegiata a San Quirico d’Orcia con le altre Chiese dedicate a Maria Vergine, la Posta a Bagno Vignoni giustificavano la deviazione dei pellegrini introducendo un pezzo di cammino a giustificazione della via come sistema pellegrinale.