"No alle fusioni dei Comuni, se imposte"
RADICOFANI. Il Consiglio comunale di Radicofani ha espresso un “no” convinto alla fusione dei Comuni nell’ultima seduta di lunedì 8 febbraio. Il Sindaco, la Giunta e le forze politiche presenti in Consiglio comunale, in questo modo, hanno voluto tenere alto il valore dell’autonomia comunale «messo in discussione dalle fusioni, rimandando i problemi di gestione dei piccoli enti locali a politiche sovracomunali attraverso convenzioni o all’interno delle Unioni dei Comuni, per la gestione associata di funzioni e servizi pubblici». Con queste premesse, il Consiglio comunale ha respinto, attraverso un ordine del giorno approvato all’unanimità «ogni iniziativa che, in tema di accesso alle risorse ed alle contribuzioni per gli enti locali, privilegi i Comuni che intraprendono percorsi di fusione rispetto a tutti gli altri, in quanto tali azioni si baserebbero su principi discriminatori tra gli enti, e arrecherebbero un danno ai cittadini di quei comuni che venissero penalizzati nella realizzazione di opere e progetti».
L’invito del Comune di Radicofani, nei confronti della Regione Toscana, «è di supportare le iniziative intercomunali, abbandonando eventuali progetti di fusioni ‘imposte’, di fatto o per legge, a comuni che le rifiutino, ed a valorizzare ogni elemento di natura sociale, territoriale ed economica che caratterizza ogni singolo Comune, nonché a sostenere la rete dei piccoli comuni».
Un altro appello va al Parlamento e al Governo «per un rapido iter approvativo» del disegno di legge per il sostegno e la valorizzazione dei Comuni con popolazione pari o inferiore a 5mila abitanti e dei territori montani e rurali, oltre alle deleghe al Governo per la riforma sull’amministrazione di queste aree e per la remunerazione dei servizi ambientali.
Il Comune di Radicofani invierà l’ordine del giorno al Governo, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, al Presidente della Regione Toscana, al Presidente del Consiglio Regionale, ai Sindaci della provincia di Siena, ad ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni italiani), Anci Toscana, Anpdci (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia), Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), Uncem Toscana, alle altre associazioni delle autonomie ed agli organi di informazione.
Il provvedimento di Radicofani ha, alla base, la considerazione che la Toscana ha un numero di Comuni (279) inferiore ad altre regioni (sono circa 1.500 in Lombardia, 1.200 in Piemonte, 580 nel Veneto) con un numero medio di abitanti per comune elevato (circa 13.450) rispetto ad altre regioni italiane (circa 6.500 in Lombardia, 3.600 in Piemonte, 8.500 in Veneto) e Paesi europei. C’è poi il valore storico, economico e culturale dei piccoli comuni, e c’è il principio costituzionale della “promozione delle autonomie locali”. Insomma, il rischio, secondo il Consiglio comunale di Radicofani, è la scomparsa di presidi di democrazia, ambiente, cultura.
TREQUANDA. Il Consiglio comunale di Trequanda ha approva all’unanimità l’ordine del giorno sulla contrarietà alle fusioni obbligatorie dei Comuni. “Abbiamo registrato – afferma il sindaco Roberto Machetti – un’assoluta convergenza di tutte le forse politiche rappresentate in Consiglio comunale a favore della libera possibilità di decidere sul proprio futuro da parte delle istituzioni locali e dei cittadini. Per noi – aggiunge il sindaco – le piccole comunità rappresentano un baluardo e una vigilanza sul territorio, con importanti funzioni di polizia , oltreché di salvaguardia idrogeologica ed ambientale in genere”.
Insomma, il no va una desertificazione delle coscienze ed all’abbandono dei territori rurali, vera ricchezza dell’Italia e della Toscana. Come si legge nell’ordine del giorno, “Ogni legittima strada verrà perseguita al fine di evitare la chiusura del comune: l’Unione dei Comuni e l’associazione dei servizi è una di questa con l’obiettivo di mantenere ai cittadini tutti i servizi nel territorio e di ottenere nel breve-medio periodo anche ottimizzazione di costi e sinergie funzionalmente indispensabili per il territorio. Con un’Unione dei piccoli Comuni fortemente coesa e ben organizzata, altro valore importante che si svilupperà è la solidarietà tra comunità dello stesso genere che possano aiutarsi in ogni possibile momento di difficoltà”.
Dunque, non deve esserci “nessuna bugia sull’allontanamento dei servizi, il cittadino potrà rivolgersi dove si è sempre rivolto all’interno del territorio del proprio Comune per ogni esigenza. Sarà la struttura degli Enti che, sfruttando al massimo le potenzialità della tecnologia e dell’informatica, dovrà assicurare ogni collegamento e rapporto tra i vari Enti associati ed il Centro funzionale dell’Unione di Comuni”.