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TORRITA DI SIENA. Giovanni Di Stasio, Consigliere Comunale di opposizione passato dal Pdl alla Lega Nord, ha minacciato di occupare la piazza del Comune se entro dieci giorni non verra' risolto il problema dello sfratto intimato alla famiglia Grassini di Torrita di Siena.
"La famiglia Grassini da anni si trova in una situazione drammatica – ha dichiarato Di Stasio – oltre che per una serie infinita di problemi di salute, ora anche per problemi di alloggio. La mamma è affetta da artrite reumatoide, diabete, ipertensione, ha subito uni intervento di angioplastica, è stata operata per la perforazione di tre ulcere e porta protesi bilaterale alle anche. Un figlio è affetto da tetraparesi spastica, oltre al fatto che nel 2006 un'emorragia troncoencefalica lo ha ridotto in coma vigile. L'odissea dell'abitazione comincia nel lontano 2001, quando la famiglia per gravi problemi economici perse la casa all'asta che venne acquistata dalla Banca di Credito Cooperativo di Montepulciano. L'ex sindaco di Torrita, Paolo Pieranni, quando fu messo a conoscenza della situazione, immediatamente si adoperò con la banca – ha ricordato Di Stasio – ottenendo che la famiglia potesse continuare ad abitare gratuitamente l'immobile mentre la banca rinuncio' allo sfratto. Anzi, l'istituto bancario pago' perfino le spese per l'installazione dell'ascensore. Ma nel gennaio 2007 la banca, pare per motivi di ampliamento, ha iniziato l'azione di sfratto contro la famiglia Grassini".
Il consigliere di opposizione ha quindi contestato all'attuale amministrazione "di essersi completamente estraniata dalla situazione, tanto che quando il signor Fabio Grassini,altro figlio della signora, accompagnato un avvocato , si è rivolto all'attuale sindaco pare si sia sentito dire dal primo cittadino che "lui poco conosceva questo caso"".
Secondo l'esponente della Lega Nord "l'attuale amministrazione,con in testa il sindaco Santoni, non solo non si è mossa in qualità di ente, ma come Comune avrebbe potuto presentare un progetto al PIS (Piano Integrato di Salute) e quindi rendersi utile dando dimostrazione di interessarsi realmente alle problematiche sociali. Il mio impegno da questo momento è che, se entro dieci giorni non ci sarà un'evoluzione positiva e concreta alla soluzione del problema, la piazza del comune diventerà la mia casa e – ha concluso – spero anche la casa di tutti quelli che vorranno sostenere questa giusta causa".