POGGIBONSI. La Commissione speciale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha compiuto stamane una visita di controllo all'inpianto di termovalorizzazione dei Fosci. Il sopralluogo serviva per verificare sistemi di controllo, standard di sicurezza, efficienza e trasparenza nella comunicazione ai cittadini, che ha portato alla luce “difficoltà tecniche” e “imprevisti” tali da fermare la nuovissima terza linea di proprietà di Siena Ambiente SpA, dotata delle tecnologie di protezione ambientale di ultima generazione tra quelle disponibili sul mercato, conformi alle più recenti Direttive Europee. Le previsione di entrata a regime dell’impianto potenziato, costato circa 30milioni di euro e inaugurato lo scorso settembre, è di dodici mesi circa.
“Nella fase attuale – ha specificato il direttore tecnico di Siena Ambiente Fabio Menghetti – possiamo considerarci ‘in prova’. La terza linea è ferma per una serie di verifiche. Martedì prossimo verrà riaperta e continueremo con il monitoraggio per testare norme di sicurezza e materiale trattato nel breve e lungo periodo”.
Lo stop forzato al termovalorizzatore potrebbe quindi essere considerato un eccesso di zelo della società che dal settembre 2008 ad oggi, sta continuando “fasi di certificazioni” e test specifici su efficienza e capacità dell’impianto.
“Nonostante le tecnologie all’avanguardia e le capacità stimate – ha dichiarato il presidente della commissione Marcheschi – dispiace vedere che il termovalorizzatore di Fosci non è ancora in funzione. Siamo in una fase sperimentale e per la commissione è importante, anche in un’ottica di tariffa unica, verificare il buon andamento e funzionamento di una provincia modello per tutta la Toscana. Mi auguro – ha continuato – che questa eccellenza rimanga tale anche nella macro area Toscana Sud”.
Per il presidente, l’impatto derivante dall’accorpamento di Arezzo e Grosseto, stante la legge regionale di riordino del sistema dei rifiuti (LR 61/2000 ndr) a Siena “potrebbe essere notevole. Qui siamo ad una percentuale di raccolta differenziata altissima e le tariffe sono le più basse di tutta la regione. Occorre pianificare e organizzare bene il prossimo futuro per non far pagare a questo virtuoso territorio la debolezza politica di altri”.
Sul fronte emissioni e sicurezza, il presidente ha osservato che seppure il controllo a Fosci venga effettuato “in continuo con apparecchiature installate sui camini” e nonostante i dati siano trasmessi in tempo reale ad un monitor installato nel comune di Poggibonsi, a disposizione di chiunque voglia prenderne visione”, “l’autocontrollo e le verifiche di Arpat sono sempre aggirabili. La sicurezza rimane dunque il nodo centrale sul quale non allentare mai la guardia”.
Anche per il vicepresidente della commissione Ardelio Pellegrinotti (Pd) “La Toscana paga lo scotto del non fare. L’impianto di Fosci è la dimostrazione che con il giusto impegno, si può costruire e realizzare termovalorizzatori a tutela di ambiente”. Per il vicepresidente, il “deficit impiantistico è evidente. Tutti siamo ormai consapevoli della necessità di realizzare bene e in fretta. Siena può essere il modello ideale di riferimento”.
“Questa provincia è la dimostrazione che esiste una Toscana capace di progettare e costruire”. Così il consigliere di Sd Bruna Giovannini. “Da questa virtuosa esperienza – ha continuato – dobbiamo cogliere la sintesi migliore per il resto della regione”. Dal consigliere anche una riflessione di merito: “Ci sono voluti otto anni per potenziare e ammodernare il termovalorizzatore di Poggibonsi. Con questi numeri, mi pare evidente che l’emergenza rifiuti da più parti denunciata non sarà evitabile”.
A riferire nel dettaglio su tutti i numeri dell’impianto, anche il presidente di Siena Ambiente Lucia Coccheri: “Siamo una provincia autosufficiente perché abbiamo saputo coniugare al meglio produzione e costi. Quello che trattiamo è quello che ci costa”.