
Il taglio del nastro da parte del sindaco Luca Ceccobao e dell’assessore alla cultura della Provincia di Siena Alessandro Pinciani (ma erano presenti anche la Soprintendente per i Beni Archeologici della Toscana, Giuseppina Carlotta Cianferoni, la direttrice del museo Monica Salvini, il presidente della Fondazione musei senesi Gianni Resti) ha il merito di aprire lo sguardo verso idee, progetti, appunti, ricerche archeologiche del grande studioso, che attraverso il suo impegno riuscì a rilanciare il ruolo e il valore di Chiusi
“L’occhio dell’archeologo” a Chiusi si sofferma sulla tesi di laurea di Ranuccio Bianchi Bandinelli, dedicata proprio alla città di Porsenna, con un ricco corredi di immagini, informazioni, reperti, ma anche oggetti uso quotidiano. Si aggiunge così, in una delle “capitali” del mondo etrusco, un fondamentale tassello a questa originale mostra “policentrica”: raccoglie infiniti elementi, facendoli agire nelle varie sedi come pezzi di un puzzle, che insieme riescono a dare un’idea su come Bianchi Bandinelli guardava a Siena e al suo territorio, nel periodo che va dalla nascita al 1934.
La mostra è stata promossa da Provincia di Siena, Comune di Siena, Fondazione Musei Senesi, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Soprintendenze di Siena e Grosseto, FAI Fondo per l’Ambiente Italiano, Vernice Progetti Culturali in collaborazione con la Provincia di Grosseto e insieme a Chiusi, i comuni di Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Colle Val d’Elsa, Murlo e Sovana, con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
L’apertura è giornaliera, festivi compresi, e l’ingresso legato al normale biglietto del Museo Archeologico Nazionale, così come l’apertura: ogni giorno, dalle 9 alle 20.