“Le recenti norme sul rientro dei capitali all’estero – continua Taccioli – meglio note come ‘scudo fiscale’, aumentano il rischio di far diventare questa asta un’ottima occasione per ‘ripulire’ impunemente e far rientrare a basso costo 25 milioni di euro in un sol colpo, comprando una bella azienda, in un bellissimo territorio, in una provincia ricca, ad alta qualità della vita e, per di più, dove si trova una delle principali istituzioni finanziarie del nostro Paese. Per la criminalità organizzata le motivazioni di certo non mancano, prima fra tutte quella di rientrare in possesso di ciò che già le apparteneva e che lo Stato le ha tolto. L’amministrazione comunale si è giustamente battuta perché la legge che regola il destino dei beni oggetto di confisca per reati di mafia fosse interpretata in maniera tale da rendere possibile l’affidamento diretto agli enti locali. Il Comune di Monteroni ha fatto bene la sua parte, non solo nell’intento, ma anche nella sostanza promuovendo un quesito all’Avvocatura dello Stato, la quale, ad oggi, non ha pronunciato nessun parere”.
“La decisione del Demanio – sottolinea Taccioli – rende la strada ancor più in salita, ma nulla è perduto e non è il momento di perdersi d’animo. Nessuno, all’interno dell’amministrazione, a cominciare dal sindaco Jacopo Armini, ha mai pensato che questa battaglia fosse facile da vincere ed è per questo motivo che ci siamo mossi, da subito, per condurla insieme alla Provincia e alla Regione, sperando che fosse ‘il progetto qualificato per la gestione’, come recita la delibera del Consiglio Regionale della Toscana, il vero discrimine per l’assegnazione del bene. E’ alla luce di questo che va inquadrata l’iniziativa di Salvino Caputo, consigliere dell’Assemblea Regionale Siciliana, per l’assegnazione all’Istituto Zootecnico Siciliano. Una richiesta che, se ritenuta compatibile con il disegno che l’amministrazione comunale, assieme a Provincia e Regione, stanno portando avanti, va sostenuta per evitare l’asta. Vorremo che tutti i cittadini di Monteroni, Murlo e Buonconvento, ma più in generale di tutta la provincia di Siena, comprendessero che questa è una battaglia di legalità, per difendere il nostro territorio dalla mafia e non una battaglia di carattere patrimoniale. Questa lotta dovrà essere combattuta dalle istituzioni ‘in punta di diritto’, con fermezza e continuità, avvalendosi di tutti gli strumenti a disposizione, e dovrà vivere ed essere sostenuta dai cittadini e dalla società civile con tutte le sue articolazioni, politiche e associative. E’ di questo che le forze politiche dovranno occuparsi nei prossimi mesi, a partire dal gruppo consiliare di maggioranza di Monteroni d’Arbia, insieme a quelli degli altri Comuni, alla Provincia, alla Regione, ai nostri parlamentari e a tutti coloro che condividono la necessità di questa battaglia. Come Pd – conclude Taccioli – faremo la nostra parte per convincere il Prefetto di Siena, al quale spetta l’ultima parola, che per Suvignano un’altra scelta è possibile”.