SAN GIMIGNANO. Susanna Cenni, parlamentare del PD, nel marzo scorso ha presentato al Ministro della giustizia Angelino Alfano un’interrogazione – sottoscritta anche Gianni Cuperlo e Franco Ceccuzzi -, alla quale non è stata data ancora risposta.
“Il silenzio del governo e dell’amministrazione penitenziaria sulla situazione del carcere di Ranza – commenta – non è più sostenibile, anche alla luce dell’ultimo inquietante episodio di violenza accaduto nei giorni scorsi ai danni di un agente di Polizia penitenziaria. Quello che fino a pochi mesi fa era ancora un allarme, oggi, come denunciano le organizzazioni sindacali, è l’amara constatazione di una reale e concreta situazione di pericolo cui sono sottoposti quotidianamente il personale carcerario e gli stessi detenuti”.
“La carenza di organico e la mancanza di una dirigenza stabile – dice Susanna Cenni – stanno creando dentro il carcere una tensione talmente elevata da indurci una forte preoccupazione se il governo non deciderà quanto prima di intervenire. La prima interrogazione promossa per sollecitare il Ministero della giustizia è stata presentata da Franco Ceccuzzi nel maggio 2008. Alla risposta del Guardasigilli, generica e parziale, arrivata nel mese di dicembre, non sono evidentemente seguiti interventi concreti e puntuali per risolvere i problemi cronici del carcere di Ranza”.
“Come parlamentari del Pd – chiude Cenni – ormai da più di un anno stiamo denunciando la situazione di ingovernabilità del carcere, ora è arrivato il momento che il governo dia le sue risposte su come e quando verrà attuata una normalizzazione del numero dei detenuti, che oggi superano la soglia di normale convivenza, come pensa di risolvere la carenza di organico e come intende assicurare una gestione stabile e duratura di questa struttura”.
“Il silenzio del governo e dell’amministrazione penitenziaria sulla situazione del carcere di Ranza – commenta – non è più sostenibile, anche alla luce dell’ultimo inquietante episodio di violenza accaduto nei giorni scorsi ai danni di un agente di Polizia penitenziaria. Quello che fino a pochi mesi fa era ancora un allarme, oggi, come denunciano le organizzazioni sindacali, è l’amara constatazione di una reale e concreta situazione di pericolo cui sono sottoposti quotidianamente il personale carcerario e gli stessi detenuti”.
“La carenza di organico e la mancanza di una dirigenza stabile – dice Susanna Cenni – stanno creando dentro il carcere una tensione talmente elevata da indurci una forte preoccupazione se il governo non deciderà quanto prima di intervenire. La prima interrogazione promossa per sollecitare il Ministero della giustizia è stata presentata da Franco Ceccuzzi nel maggio 2008. Alla risposta del Guardasigilli, generica e parziale, arrivata nel mese di dicembre, non sono evidentemente seguiti interventi concreti e puntuali per risolvere i problemi cronici del carcere di Ranza”.
“Come parlamentari del Pd – chiude Cenni – ormai da più di un anno stiamo denunciando la situazione di ingovernabilità del carcere, ora è arrivato il momento che il governo dia le sue risposte su come e quando verrà attuata una normalizzazione del numero dei detenuti, che oggi superano la soglia di normale convivenza, come pensa di risolvere la carenza di organico e come intende assicurare una gestione stabile e duratura di questa struttura”.