Collaborazione tra l’attività scientifica e clinica della Fondazione Santa Lucia IRCCS ed il brand italiano di cucine
PIANCASTAGNAIO. Impresa e ricerca Made in Italy si danno la mano. E lo fanno a favore delle persone affette dalla Malattia di Parkinson e delle loro famiglie. È infatti questa patologia neurodegenerativa, che in Italia colpisce oggi circa 300mila persone, l’oggetto della collaborazione tra l’attività scientifica e clinica della Fondazione Santa Lucia IRCCS e Stosa Cucine, il popolare brand italiano di arredo design.
La famiglia Sani, storico management dell’azienda, ha inteso finanziare con una generosa donazione lo studio “Riabilitazione della funzione fono-articolatoria e deglutitoria nei pazienti con malattia di Parkinson: applicazione del protocollo Lee Silverman Voice Training LOUD ed analisi del suo impatto sui correlati neuropsichiatrici e cognitivi” a cura del Laboratorio di Neuropsichiatria e del Servizio di Foniatria e Disfagia della Fondazione Santa Lucia IRCCS in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze Salute Mentale e Organi di Senso dell’Università “Sapienza”.
Obiettivo della ricerca è dimostrare che il trattamento con il metodo Lee Silverman Voice Training (LSVT) LOUD® per il recupero e il mantenimento di una buona qualità delle funzioni del linguaggio e deglutitorie possa permettere la risocializzazione di pazienti con malattia di Parkinson anche attraverso l’impatto positivo sui sintomi comportamentali e cognitivi. Obiettivo è anche quello di svelare i meccanismi neuroanatomici attraverso i quali agisce il metodo Lee Silverman.
“Le persone affette da Malattia di Parkinson, spesso ancora prima della comparsa delle difficoltà nel movimento, presentano disturbi della funzione del linguaggio – spiega il Responsabile del Laboratorio di Neuropsichiatria, Dottor Gianfranco Spalletta – che si manifestano durante il decorso della patologia in quasi il 90 percento dei casi. A questi si aggiunge un’altra conseguenza particolarmente debilitante: la disfagia, ossia la difficoltà a deglutire, che condiziona la possibilità di assumere autonomamente cibi e liquidi e, di conseguenza, lo stato di nutrizione e idratazione della persona”.
Il metodo LSVT LOUD® è un trattamento vocale di dimostrata efficacia nel determinare l’incremento dell’intensità dell’eloquio, dell’intonazione e della qualità della voce. Ma diversi studi hanno documentato la validità di questa terapia anche nel miglioramento della mimica facciale e delle abilità deglutitorie. Funzioni che quando compromesse minano significativamente l’autonomia della persona. Nonostante i disturbi del linguaggio e della deglutizione siano inizialmente quasi impercettibili, infatti, questi possono dar vita a serie complicazioni.
“Ad esempio – chiarisce la Dott.ssa Giuliana Pisanu, logopedista della Fondazione – la lieve riduzione di voce che si registra agli esordi del sintomo può peggiorare fino a limitare la quotidianità del paziente, costringendolo a rinunciare precocemente ad una vita sociale piena con conseguente rischio di isolamento e perdita di interesse per attività prima comunemente svolte. Per questo vogliamo concentrare lo studio sui benefici di tipo psicologico, emotivo e relazionale derivanti dal successo della terapia”.
Il sostegno di Stosa Cucine risuona entusiasta nelle parole del presidente, Maurizio Sani: “La scelta di appoggiare la ricerca della Fondazione Santa Lucia IRCSS nasce da una convergenza di valori: prima di tutto il benessere della persona, che ci sta particolarmente a cuore, in secondo luogo una continua tensione all’eccellenza e all’innovazione, senza le quali non esiste progresso. Nella Fondazione abbiamo ritrovato il nostro stesso entusiasmo e speriamo che il nostro contributo possa aiutarla ad avere un impatto positivo sulla vita di molte persone”.
Gli fa eco il direttore scientifico della Fondazione Santa Lucia IRCCS, Carlo Caltagirone: “Oggi, intervenire sulle malattie cronico-degenerative significa rispondere ai bisogni di pazienti il cui stato di salute è influenzato non solo da fattori biologici legati alla patologia, ma anche da determinanti personali e sociali che interagiscono fra loro in maniera dinamica. Un intervento riabilitativo efficace, quindi, deve mirare ad aiutarli a mantenere il più a lungo possibile la loro autonomia ed a migliorare il loro benessere psico-fisico”.