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SINALUNGA. Dalla coordinatrice del movimento “Noi del Fare” Angelina Rappuoli riceviamo e pubblichiamo.
“Nel lontano 2011 è stata richiesta una DIA per la realizzazione di un impianto a biogas a cogenerazione a circa 800 metri dal centro abitato, per coloro che avranno la sventura di vivere e lavorare nei pressi di questi mostri spacciati per strutture ecologiche d’ avanguardia, i problemi immediati riguardanti la salute, la viabilità e le attività economiche già avviate verranno dalle puzze e dai rumori degli appositi motori, se non o malamente insonorizzati; ma anche da probabili emissioni nocive in atmosfera (polveri sottili quali PM 10 e ossidi di azoto quali NOx) e dall’ utilizzo del concime digestato. Vogliamo parlare della ricaduta ambientale degli innumerevoli viaggi dei camion che trasporteranno nell’ impianto a biogas, a partire dalle zone di produzione lontane anche decine di chilometri, il letame ed altre consimili? Insomma, una situazione molto delicata, che per produrre un po’ di energia “pulita” rischia, se non ben governata, di “sporcare” molto e di fare gravi danni in più direzioni e che avrebbe quindi richiesto da parte del comune di Sinalunga, preposto a rilasciare la relativa autorizzazione, norme restrittive e comunque una particolare attenzione alla localizzazione, alle modalità produttive, alle sostanze da utilizzare come biomasse, al trasporto ed alla distanza dal sito delle materie prime, nell’ intento di evitare speculazioni e danni all’ ambiente. Vorrei comunicare che a seguito di numerosissimi esposti su varie problematiche a partire dal lontano 2012 ad oggi l’ amministrazione comunale non ha risolto i vari problemi che ho sottoposto. Detto impianto è stato realizzato con DIA e produce energia elettrica mediante combustione di biogas in un motore endotermico, e non attua la cogenerazione dal momento in cui avrebbe dovuto impiegare il calore prodotto per riscaldare serre o altro ad oggi mai eseguite in forma legittima. Nella Dia era previsto lo stoccaggio giornaliero invece è stato sempre stato eseguito per lunghi periodi creando cattivi odori; ad oggi c’ è uno stoccaggio di tonnellate che se per disgrazia avvenisse un’ altra alluvione tutto il materiale stoccato andrebbe ad occludere i fossi e creerebbe danni ingenti .Sul piazzale dell’ impianto è stato stoccato il digestato senza autorizzazione. A seguito di numerosi esposti dove veniva richiesto di verificare i superamenti di valori limite relativamente a sostanze chimiche/biologiche in ambiente dannose e/o moleste alle persone e per quanto riguarda il colore scuro delle acque presenti nei fossi circostanti l’ impianto di biogas e al fine di individuare eventuali inquinamenti alle falde acquifere, visto che con mio grande stupore nessun Ente ha provveduto a fare, ho ritenuto opportuno eseguire a mie spese gli esami dell’ acqua nel lontano marzo 2015 del mio pozzo e del fosso dove si immette l’ acqua dei fossi limitrofi all’ impianto a biogas. Da prelievi effettuati direttamente da incaricato della ditta, su acqua del pozzo e da fossetta a monte del tombamento lato impianto biogas (prova in bianco) e davanti al tombamento i risultati sono impressionanti superano in modo significativo i valori limite. Significativo ed evidente è la presenza di alluminio dell’ acqua del pozzo che supera il limite di oltre 11 volte senza considerare il ferro totale, l’ azoto ammoniacale e il manganese tutti superiori al limite. Nel fosso del mio campo al punto 1 (prova in bianco) a monte dello scarico la presenza di alluminio è bene al di sotto del limite come gli altri parametri, unico al di sopra dei limiti è la presenza di ferro mentre il prelievo davanti il tombamento punto 2 su scarico si evidenzia una massiccia presenza di alluminio più di 6 volte , il valore limite anche del ferro è sopra il limite. Ad oggi .”