I consiglieri di Per Monteriggioni in merito alla mozione contro l’antenna a San Martino

MONTERIGGIONI. “La conoscenza degli atti amministrativi già presenti è fondamentale per saper governare un comune. L’attuale amministrazione, tuttavia, sembra non avere questa competenza, dal momento che durante l’ultimo consiglio comunale la maggioranza di centrosinistra ha presentato una mozione per chiedere la regolamentazione relativa alle antenne delle telecomunicazioni sul territorio, in seguito all’installazione di quella in località San Martino, autorizzata peraltro dagli uffici dell’assessore all’urbanistica, facenti capo al sindaco stesso. Ancora una volta l’amministrazione Frosini dimostra di essere confusionaria e di mancare di trasparenza nei confronti dei cittadini, oltre a non essere a conoscenza di piani regolatori già approvati durante le precedenti amministrazioni”. Con queste parole i consiglieri del gruppo Per Monteriggioni, Raffaella Senesi e Fabio Lattanzio, argomentano la decisione di astenersi nella votazione della mozione presentata dal gruppo di centrosinistra in merito all’installazione dell’antenna telefonica a San Martino.
“In questa situazione così confusionaria – proseguono i consiglieri Senesi e Lattanzio – c’è bisogno di un po’ di chiarezza. L’ultima antenna nel territorio di Monteriggioni è stata richiesta nel 2013 durante il mandato del sindaco Valentini, sostituito poi da Fantucci. Il permesso per la realizzazione risale ad ottobre 2014 durante il nostro mandato, in cui Frosini era vicesindaco a assessore all’urbanistica ed è stata installata all’inizio del 2015 al cimitero di Uopini ad una distanza di 75 metri dal punto abitato più vicino, arrivando a 100 metri nel punto più lontano dalla residenza universitaria. Una situazione ben diversa da quella intestata adesso a San Martino, molto più vicina alle abitazioni praticamente sopra ad alcune aziende. Quello che l’attuale sindaco dimentica è che esiste già una regolamentazione relativa alle attrezzature e agli impianti di telecomunicazioni, contenuta nell’articolo 47 del regolamento urbanistico approvato durante l’amministrazione Fantucci, nel quale l’attuale sindaco ricopriva la carica di presidente del consiglio comunale. A questo punto le iniziative strumentali e demagogiche messe in atto durante l’ultimo consiglio, e dalle quali abbiamo deciso di astenerci, sono del tutto fuori luogo. La richiesta per l’installazione di una nuova antenna, per di più in contemporanea con il posizionamento di una simile nel comune di Siena, ma al confine con la Tognazza, doveva essere trattata con attenzione e lungimiranza fin dall’inizio, soprattutto perché tutti i gestori stanno installando nuovi impianti 5G per spegnere progressivamente il 3G”.
“La nostra proposta di un monitoraggio indipendente dell’inquinamento elettromagnetico – continuano Senesi e Lattanzio – non è mai stata valutata dall’amministrazione, nonostante le vaghe promesse. Oggi la maggioranza vorrebbe, in base a quello che scrivono, ‘evitare il posizionamento dell’antenna per la telefonia mobile’. Peccato che la stessa sia già stata posizionata, dal momento che è stata regolarmente autorizzata oltre un anno fa. Secondo le dichiarazioni degli amministratori comunali, le altezze non sarebbero state rispettate e in base a questo vorrebbero avanzare un provvedimento di autotutela in sospensione dei lavori, cosa ben diversa dalla rimozione dell’antenna. Un nuovo regolamento non cambierebbe la sorte dell’antenna in questione, anche perché il regolamento già esiste, sarebbe stato sufficiente leggerlo e rispettarlo. Ma evidentemente ne è stata ignorata l’esistenza”.
“Abbiamo deciso di astenerci dalla votazione della mozione e di non votare contro – concludono Senesi e Lattanzio – perché non vogliamo fornire al sindaco e all’amministrazione un alibi politico, consentendo loro di scaricare le proprie responsabilità su altri. Anche se con questa mozione riuscissero ad auto assolversi, arriverà comunque il momento in cui dovranno dare risposte serie alle legittime preoccupazioni dei cittadini ed allora i giochetti politici non saranno più sufficienti”.